Era il 4 ottobre del 1849 e la camera dei Deputati era al lavoro. Ad un certo punto il Signor Deputato Carlo Cadorna chiede un congedo di dieci giorni perché evidentemente sta male. Un congedo che avrebbe chiesto anche in precedenza ma il numero insufficiente dei deputati alla Camera lo aveva fatto desistere. Il congedo, consultata la camera, viene accordato.
Storie d’altri tempi riprese dall’archivio storico del Parlamento che potete tranquillamente consultare su Internet. La cosa stupefacente è il senso profondo del dovere che esisteva a quei tempi e il senso del ruolo che si svolgeva: il buon Deputato Carlo Cadorna, fratello maggiore del più noto generale Raffaele Cadorna, è sostenitore della politica del Re Carlo Alberto e nel 1848 entra nel governo Gioberti come Ministro della Pubblica Istruzione. Appartiene alla sinistra liberale e diventerà un esponente di spicco dell’allora centro sinistra. Era un uomo dei suoi tempi e in quei tempi fece molto bene il suo dovere di cittadino e di deputato. Colpisce la richiesta al Parlamento di un congedo per “malattia” e colpisce la strana affermazione che precede la richiesta: l’avrei fatto prima ma mi rendevo conto che non potevo in quanto in Parlamento sarebbe mancato il numero legale. Oggi, tutto questo è considerato anacronistico, figlio di un passato remoto. Ne sono convinto anche io con una piccola precisazione: una volta il senso dello Stato (che non era ancora l’Italia odierna e non aveva ancora la costituzione del 1946) era considerato al di sopra di tutto: malattia compresa. A guardare certi deputati di oggi viene voglia di rigettarsi indietro, tra la polvere e i ricordi.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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