L’estate. E’ sempre l’estate la cornice adatta per i carnefici, per quelli che devono dipingere di sangue le giornate frivole, allegre, gaie. L’estate. Quando la gente corre verso il mare, quando i ricordi diventano più lievi, come l’acqua del mare che ti avvolge. E’ sempre difficile raccogliere le storie che ci passano davanti. Da piccoli si è convinti che il nostro mondo sarà costellato solo da persone che non moriranno mai. I bambini non contemplano, nel loro mondo, i morti. Al massimo, morire è un gioco. Avevo quindici anni il 4 agosto 1974. Ero una crisalide che lottava ancora per diventare farfalla. Camminavo tra le note di Claudio Baglioni e il suo “questo piccolo grande amore”. Quella era la mia estate. Andavo al mare in bicicletta, con i miei amici. Facevamo della gare mirabolanti. Eravamo Gimondi, Merckx, quello che nel 1974 vinceva il suo quinto giro d’Italia. Eravamo ragazzi che si disperdevano nella sabbia bianca del lido di Alghero. Il pallone come trofeo da esibire e le ragazzine ancora troppo lontane dal nostro orizzonte. Io non sapevo che esistesse un luogo che si chiamava San Benedetto Val di Sambro e non sapevo che in quel luogo, sulla sulla linea ferroviaria Firenze – Bologna, in prossimità dell’uscita dalla lunga galleria appenninica, un ordigno ad alto potenziale, a base di “termite”, sarebbe esploso nel bagno della vettura numero 5 del treno Italicus, affollato di gente che si sposta per le vacanze estive. Ci furono 12 morti e 44 feriti quel maledetto 4 agosto 1974. Tornai a casa con Baglioni e Gimondi e la voglia di correre e di baciare. Mi resi conto che quel treno avrebbe percorso la nostra memoria. Per sempre. Nasceva la grande storia della strategia della tensione e dei depistaggi. Senza mai trovare i veri colpevoli e la verità. Diventammo, lentamente “un paese senza”.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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