Datemi un ultimo giro per provare a giocarmi tutto, per riuscire a sorpassare la fortuna, il destino, la voglia di esserci. Datemi un ultimo giro perché ho giocato troppo sui cordoli della mia breve esistenza, ho sempre tenuto il piede sull’acceleratore e non ho mai scolpito troppe curve. Datemi un ultimo giro e dimenticatevi che ho 23 anni e che ho cominciato a sbranare la velocità quando ero ancora minorenne, quando ancora tutti mi dicevano che ero ghiaccio e niente sole. Datemi un ultimo giro, un giro soltanto, mi metterò dietro quel sette volte campione del mondo, bravo, bravissimo, perfetto, perfettissimo, inglese, inglesissimo. Datemi, per favore, questo ultimo giro perché me lo merito, perché sono partito male forse per paura, forse per vergogna, forse per il terrore di portarmela a casa troppo presto quella vittoria. Questo è il punto: non si deve vincere da subito, non si deve vincere con forza ma il piacer è figlio d’affanno. Quindi datemelo questo giro: che sia l’ultimo e il migliore, quello in cui ti giochi la vita e l’esistenza, quello che o entri nella storia o rimani polvere per sempre. Datemi questo ultimo giro e vi dimostrerò che la velocità è il sangue della vita, è la passione che mi assale. La velocità è l’anima che sorride senza neppure respirare. Datemi un ultimo giro e regalatemi un abbraccio. Sono quello che non si ferma, sono quello che non ragiona, sono quello che non riflette, sono quello che pasticcia sulle ali di un’automobile e vivo di infiniti attimi. Datemi un giro e vinco il mondiale di formula 1. Giuro. Firmato Max Werstappen.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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