Il telefono squillò nel cuore della notte. “Prendi la macchina e vieni di corsa a Santa Teresa”. Il tono della voce del mio capo non ammetteva repliche. Doveva essere successo qualcosa di estremamente grave.
È la notte tra il tre e il quattro gennaio del 1993. Santa Teresa vive una notte da incubo. Un uomo ha ucciso i suoi due bambini e sparato a due persone. C’è un tizio in giro, armato e non si sa dove sia. E ci sono pure io, in giro per il paese, a inseguire i carabinieri con mille, confusi pensieri in testa. Finché all’alba, su una scogliera che si affaccia sul porto, l’incubo finisce. C’è un uomo, con un giubbotto marrone, disteso sulle rocce, il braccio destro piegato verso la testa e una pistola nella mano. L’uomo non si muove. Non si muoverà mai più.
Georg Gostner era originario di Bolzano, aveva 37 anni ed era di famiglia benestante. Durante un viaggio in Brasile aveva conosciuto Rubia Carvalho, di dieci anni più giovane. Dalla loro relazione nacquero due bambini.: Diego e Amanda. Avevano rispettivamente cinque e due anni quando, con il padre, al quale erano stati affidati, si ritrovarono a Santa Teresa, nell’ultima sera della loro breve vita.
Rubia Carvalho era arrivata in Sardegna per trascorrere le vacanze di Capodanno insieme ai suoi bambini. Aveva affittato un appartamento, in un residence, dove avrebbe potuto stare con loro per qualche giorno. La relazione con Georg era finita da anni. Lui la accusava di averla tradita. Lei si era una costruita una nuova vita, lontano da Bolzano. Ma non intendeva rinunciare ai suoi bambini.
Quella sera del 3 gennaio 1993, Georg Gostner uscì di casa con la sua “44 Magnum” carica, diretto al residence “Gallo di Gallura”, dove si trovavano Rubia Carvalho e i bambini. Per strada incontrò un vicino, Giovanni Antonio Cossu, 67 anni, con il quale condivideva la passione per la caccia e lo bersagliò di proiettili. Cossu morirà dodici giorni dopo per le gravi ferite riportate. Lo skipper Guido Opizzi, 42 anni, anch’egli trovatosi nel momento e nel posto sbagliati, fu più fortunato e riuscì a sopravvivere.
Per entrare nell’appartamento del “Gallo di Gallura”, Gostner dovette sfondare la porta. All’interno, trovò solo i suoi bambini. Rubia Carvalho aveva capito tutto ed era fuggita, calandosi da una finestra. Sperava di essere lei l’obiettivo. Non poteva sapere. Georg uccise Diego e Amanda. Uccise i suoi due bambini. Quindi uscì, vagò senza meta per chissà quante ore e decise di raggiungere il mare. Portò la sua anima dannata fino al fiordo che accoglie il porto di Santa Teresa, si distese per terra e si sparò un colpo alla tempia.
L’immagine di Georg Gostner, disteso per terra, con il braccio piegato verso la testa e una pistola in mano, la porterò con me per tutta la vita. Insieme a quella delle due piccole bare bianche dirette verso la pancia di un aereo che le avrebbe portate lontano da qui. In quei giorni, capii che fare il giornalista avrebbe potuto mettermi alla prova più di quanto potessi pensare.
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