Il 1972 è stato un anno musicalmente intenso. Nascono canzoni che finiranno per diventare un ricordo indelebile nella memoria di molte generazioni. Si comincia, a gennaio ,con “Grande grande grande” di Mina. A Sanremo c’è un Ivano Fossati praticamente sconosciuto che si affaccia alla ribalta nazionale con il suo gruppo “Delirium”. La canzone che diventerà un manifesto di una generazione hippy è “Jesahel”. Altra canzone manifesto che vede la luce a Marzo è “Immagine”, di John Lennon che diviene ben presto inno universale della pace. Ad Aprile esce “viaggio di un poeta” dei Dik Dik seguita da “noi due non mondo e nell’anima” dei Pooh. Sarà Lucio Battisti a lasciare il segno quando il 31 maggio del 1972 pubblica “i giardini di marzo”, forse la canzone più intima e intensa della produzione Mogol-Battisti. Quell’incipit così inusuale “Il carretto passava e quell’uomo gridava gelati” quasi sussurrato e lontano dal tempo, ha fatto de “i giardini di marzo” una delle canzoni più cantate nelle serate estive, tra una chitarra e molta spensieratezza. Una canzone forse d’amore, forse evocativa (questo è il tempo di vivere con te) con una frase finale non proprio ottimista “ma il coraggio di vivere, quello ancora non c’è”. E’ una canzone che ho amato molto e mi ha accompagnato dentro la mia selvaggia e disincantata adolescenza. Ho cercato il coraggio di vivere tra le canzoni e le parole, i colori e le opportunità che quotidianamente camminano tra le curve della vita. A canticchiarla oggi mi regala qualche flebile ricordo di un anno che ci ha regalato molte storie e mi rammenta che la musica avvolge la nostra vita dove ci sono “fiumi azzurri e colline e praterie, dove corrono dolcissime le mie malinconie”.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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