Questa ve la devo raccontare. E ve la racconto proprio il giorno in cui ricorre l’anniversario della nascita – il 30 luglio del 1945 – del quotidiano sportivo TUTTOSPORT. Io, a quei tempi (parliamo del 1977) ero un convinto intellettuale in erba che acquistava La Repubblica (sono stato fedele lettore dal 14 gennaio 1976) e leggevo Lotta Continua a casa del compagno Gianni, altro fine intellettuale ma, rispetto a me, molto più impostato e triste, almeno apparetnemente. Entrambi finivamo le nostre serate in passeggiata, ad Alghero, sia d’estate che d’inverno con il K2 che ci copriva dal maestrale sferzante e con qualche altro nostro amico a parlare di cose serie, serissime: il nostro obiettivo era cambiare il mondo. Mica cotiche. Di tanto in tanto ci si ritrovava o nella sede dell’Umanitaria (covo di intellettuali più docili, socialisti e comunisti del partito di Berlnguer) oppure nella lega dei comunisti dove Mariano, allora guru tosto, con barba e pugno chiuso d’ordinanza, leggeva ad alta voce le pagine del capitale di Marx. (non vi dico, poi, la sua evoluzione). Questo era il clima. Un giorno io e Gianni decidemmo di intraprendere un’azione rivoluzionaria. Lui, tifosissimo (in segreto) della Juventus amava alla follia Franco Causio e nutriva il terrore che fosse venduto a qualche squadra (Milan e Inter, su tutte). Me ne parlava quasi tutti i giorni e mi chiedeva, quasi sottovoce, se sapessi qualcosa di questa strana trattativa. Gli suggerii di acquistare un giornale sportivo dove, probabilmente qualche notizia in più della Repubblica e di Lotta continua si poteva incontrare. “Non ce la faccio”, mi disse “fallo tu”. Mi cascò il mondo addosso. Come potevo avvicinarmi al mio edicolante e chiedere un giornale sportivo? Non era da compagni e non era rivoluzionario. Almeno così credevo. Però Gianni insisteva e gli dovevo un favore: mi aveva prestato, in quei giorni, una serie di dischi, tra cui quelli di Ivan Della Mea (eravamo folli, lo so) e pertanto dovevo trovare una soluzione. Valeria. La compagna Valeria, il mio amore nascosto, troppo amica per baciarla, troppo compagna per mettersi insieme. Insomma, la chiamai e le chiesi di andare in edicola e acquistare un giornale sportivo. La richiesta era chiaramente anomala. Le dissi, frettolosamente, che serviva a mio fratello e non avevo il tempo di andare in edicola. “Ti vergogni”, mi rispose e fu proprio in quel momento che lei mi vide rosso in visoanche se ero davanti alla cornetta del telefono. Valeria acquistò il giornale e mi telefonò. “Ho quella cosa” che, se fossimo stati intercettati probabilmente saremmo finiti dritti a San Sebastiano. Ci trovammo in passeggiata e mi consegnò il quotidiano. Colore rosa: “la gazzetta dello sport”. La ringraziai senza ovviamente baciarla (troppo amica per un bacio, troppo compagna per mettersi insieme) e arrivai a casa di Gianni al quale consegnai il quotidiano. “Sei un coglione”, mi disse. Non capivo. Ero riuscito a procurargli quello che chiedeva. “Ma lo sai che hai comprato il giornale della concorrenza? La gazzetta è di Milano. Dovevi comprare Tuttosport”. A quel punto mi venne spontanea la domanda: “Ma tu, perchè non me lo hai detto?” Mi guardò e con uno sguardo serio rispose: “Ma come, lo sanno tutti, solo gli intellettuali del cazzo non capiscono di sport”. Ecco, quel giorno compresi che Tuttosport era il quotidiano di Torino e che parlava, soprattutto, della Juve e del Toro. A Valeria, chiaramente non rivelai mai niente e continuai a non baciarla.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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