Con l’entrata in vigore del Trattato di unificazione,la Germania tornava unita, un anno dopo il crollo del muro che aveva diviso un paese e un continente intero.
Un altro muro, invisibile,sarebbe rimasto nelle menti dei tedeschi per anni ancora.
Leggere le ricostruzioni della riunione della Repubblica Federale e la Repubblica Democratica fa pensare ad un incontro tra due persone che per un tempo si sono volute bene, per altrettanto tempo si sono odiate e che poi si trovano nuovamente insieme. Anni di silenzio diplomatico, intervallati da insulti e accuse, gap politico ed economico da colmare.
Che abbattere un muro e siglare un trattato non potesse essere la risoluzione immediata di tutto lo fece capire la mia lettrice di tedesco del liceo, durante una lezione. Aveva scelto di parlarci della storia del suo paese invece che di impostare la solita conversazione sul Raccontami la tua settimana, ed entrò in classe con tanto di cartina geografica da appendere.
Lei era giovane, simpatica e bella e mi piaceva tanto perché coi suoi capelli ricordava Nico del Velvet Underground.
Una compagna le disse che in un viaggio in Germania aveva comprato pezzi del muro in una bancarella. Lo disse ingenua e divertita, convinta di dire un qualcosa che potesse risultare interessante a tutti.
Ma “Nico”, che era sempre sorridente e spiritosa, non rise:
“Non portarli qui in classe quei pezzi, perché io il muro l’ho vissuto abbastanza e non voglio vederlo più”.
Chissà cosa ci direbbe oggi “Nico” della Germania di oggi; sulle ironie sul quanto si starebbe meglio in Europa se le Germanie tornassero a essere due; sull’Europa alle prese con altre divisioni e altri muri.
Ah, qualcosa succedeva anche in Italia, il 3 Ottobre 1990. I CCCP di Giovanni Lindo Ferretti si scioglievano per dare vita ai CSI, nel 1992. Ma questa è un’altra storia e un’altra agenda.
Da Mattarella a Zelensky passando per Sanremo.
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