C’è una sporca storia da raccontare proprio il giorno prima delle elezioni in Italia. E’ una storia accaduta il 3 marzo del 1991 a Los Angeles, negli Stati Uniti d’America ma, paradossalmente, ha un senso ripercorrerla proprio oggi, dentro queste giornate livide che ci hanno portato a decidere le sorti del nostro paese attraverso le elezioni di domani.
Il 3 marzo del 1991 Rodney King, un tassista afroamericano, decise di non fermarsi all’alt di una pattuglia di polizia, cosa chiaramente molto grave, ma che negli USA è come dichiarare guerra allo Stato. Il 3 marzo del 1991 King non si rese conto che quella fuga gli sarebbe costata cara, anzi carissima, non riuscì a percepire che la canea scatenata era fatta da agenti molto determinati, troppo determinati. Il 3 marzo del 1991 Rodney King divenne la punta di un iceberg che si sarebbe sciolto l’anno successivo, più precisamente il 29 aprile del 1992, quando la violenza si scateno a Los Angeles e ci fu una vera e propria sommossa che durò cinque giorni. Rodney King non sapeva tutto questo, non poteva immaginare tutto questo e non si ricordava che viveva in un paese altamente democratico ma anche terribilmente razzista. Il 3 marzo del 1991 Rodney King dopo non essersi fermato all’alt imposto dalla polizia si consegnò a quattro agenti, a seguito di una rocambolesca fuga seguita dall’alto da un elicottero della polizia. Come quei telefilm che di tanto in tanto ci raccontano quest’America con le strade lunghe ed infinite. Il 3 marzo del 1991 Rodney King fermò il taxi e scese. Si scoprì che sull’auto c’erano due passeggeri i quali scesero per primi e poi, quasi sorridendo, toccò a lui, a Rodney. Non aveva armi e aveva la faccia di uno che aveva fatto una bravata. Il 3 marzo del 1991 Rodney King era convinto di essere finito in un b-movie dove, tutto sommato, gli avrebbero ritirato la licenza, cosa che temeva più di tutte ed ecco perché era fuggito: per paura di non poter più lavorare con il taxi. Il 3 marzo del 1991 Rodney King era convinto di potersela cavare in questo modo: un sorriso e una bella multa. E si sbagliava. Perché dall’altra parte del film c’erano attori con un altro copione. I quattro attesero che lui scendesse dall’auto e, praticamente, lo massacrarono convintissimi di essere nel giusto e soprattutto di utilizzare una frase sempre utile nelle aule di un tribunale: la parola di un poliziotto contro quella di uno che era fuggito, per giunta negro. Però quel giorno, il 3 marzo del 1991 qualcuno filmò con una telecamera la scena del pestaggio, fu uno dei primimissi video “fai da te” ; il videoamatore consegnò tutto ad una televisione che mostrò agli statunitensi la faccia dura della democrazia. Fu allestito un processo contro i quattro agenti del “Los Angeles Dipartiment”. Il processo venne di primo grado arrivò a sentenza il 29 aprile 1992. La giuria, dopo aver esaminato il video, prosciolse tutti e quattro dall’accusa di aggressione e tre su quattro anche dall’accusa di uso eccessivo della forza. Quel 3 marzo del 1991, per lo Stato statunitense, non era praticamente esistito. L’iceberg si sciolse e scatenò una vera e propria guerra tra la comunità afroamericana e la polizia di Los Angeles. In quei cinque maledetti e bastardi giorni di guerriglia ci furono 54 cadaveri da raccogliere sulle strade. Il 3 marzo del 1991 Rodney King non sapeva che avrebbe disegnato una brutta storia, non sapeva che non fermarsi ad un alt sarebbe diventata una sporca faccenda, non poteva sapere che gli sarebbe costata un’aggressione feroce da parte di quattro poliziotti e non sapeva che quei quattro uomini rappresentanti della Legge sarebbero stati “graziati” da quella legge cieca e ingiusta che non prese in considerazione le prove schiaccianti contro di loro. Brutta storia e raccontarla il 3 marzo del 2018, alla vigilia delle nostre elezioni, serve non solo per esercitare il diritto alla memoria, ma per ricordare quanto sia importante il dialogo, la mediazione, il dover dosare tutti i gesti perché poi il popolo, quel popolo che tanto si acclamadai pulpiti urlanti, si mette in moto e rischia di diventare tribunale. Cosa pericolosissima e che molti politici continuano a non comprendere. Il 3 marzo del 1991 si spense la democrazia in un paese che ha sempre dichiarato di esportare democrazia per il mondo. E quel mondo, quel giorno, rimase al buio.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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