Una sera di un paio d’anni fa, al tavolo di una trattoria romana, un amico giornalista ripercorreva i ricordi di gioventù risalenti ai primi anni sessanta, ai tempi di Papa Roncalli. Provò a ripetere le parole di una celebre allocuzione di quel pontefice, ma la rievocazione subito ci apparve incerta. Allora zia Candida fu costretta ad intervenire per ripristinare la verità testuale: zia Candida è molto devota e si sente chiamata in causa ogni volta che nell’aria ronzino discorsi di Chiesa. E poi poche ore prima aveva visto Papa Francesco in San Pietro ed ancora volava sulle ali dell’entusiasmo, per dirla alla Bruno Pizzul. <<Tornando a casa, troverete i bambini: date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa”>>, recitò con un filo di commozione zia Candida, fissando l’amico giornalista romano con aria di sufficienza. Era il passo più celebre del “Discorso della luna”, che il Papa pronunciò a braccio ai fedeli, l’11 ottobre del 1962. Introduco l’agenda di oggi con questo aneddoto per spiegare quanto, a distanza di 53 anni dalla morte, la figura di Giovanni XXIII sia ancora così popolare presso la gente comune. Giuseppe Angelo Roncalli morì dopo soli cinque anni di pontificato. Lo conoscevano col nome di “Papa buono” e il suo ricordo così mi giunse dai vecchi della mia famiglia. Perché era il Papa buono e perché oggi lo si accosta a Bergoglio? Roncalli era figlio di gente umile, contadini del villaggio bergamasco di Sotto il Monte, e i modi semplici e diretti del mondo da cui proveniva pare non lo abbiano mai abbandonato. Raccontano le cronache di suoi strepitosi strappi al protocollo in occasioni ufficiali, come quella volta che il primo ministro del Belgio si complimentò con lui per l’enciclica Pacem in Terris ma Roncalli, di rimando, disse di non saperne praticamente nulla, avendo lui scritto solo poche righe di un documento redatto quasi interamente da suoi collaboratori. Peraltro quell’enciclica era un intervento politico importante, perché uscita quasi in concomitanza con la crisi dei missili di Cuba, quando Stati Uniti e Russia portarono per la prima volta il mondo sull’orlo della guerra nucleare: il capo del Cremlino Kruscev non ebbe dubbi nel definire l’intervento decisivo per la risoluzione di quel braccio di ferro tra le due superpotenze. Roncalli fu soprattutto il primo Papa ad uscire dalle mura vaticane – lo fece 152 volte – aprendo la strada ai pontefici viaggiatori, Wojtyla su tutti. Viaggiava perché conosceva il mondo e sapeva mediare. Fedele al motto “Oboedientia et pax”, il suo ecumenismo lo portava ad allacciare relazioni con tutti e a ricostruire rapporti interrotti con altre confessioni. Da nunzio apostolico in Bulgaria, dove rimase dieci anni, permise il matrimonio cattolico tra il Re ortodosso Boris III e Giovanna di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele. Da Pontefice diede per primo udienza all’arcivescovo di Canterbury e aprì le porte del suo studio alla figlia e al genero del summenzionato leader sovietico Kruscev. Da arcivescovo di Parigi, forte delle sue amicizie nei paesi dell’Est, lavorò sottobanco per permettere agli ebrei ungheresi rifugiati in Bulgaria di essere salvati, eludendo l’ordine di Hitler che li voleva in Germania. Non stimava Mussolini, ma nemmeno espresse su di lui posizioni ostili. A lui piaceva andare d’accordo con tutti e, benché fieramente anticomunista, non firmò mai la scomunica di Fidel Castro, come ambienti influenti del Vaticano fecero credere al tempo: il segretario di Roncalli monsignor Loris Capovilla, mancato appena una settimana fa, lo ha smentito fermamente in più occasioni, anche se al tempo il Papa preferì tacere. Chi scrive è co-fondatore di un’associazione creata dall’imprenditore agricolo italo-francese Giommaria Craboledda. Quest’associazione si chiama Insula Felix, ma è intitolata ad Enrico Berlinguer e Giovanni XIII: per il contadino Craboledda sono le personalità più alte del secolo scorso. Berlinguer e Roncalli li ho visti uno accanto all’altro – anche se solo in fotografia – solo pochi giorni fa, in una sequenza di “Maccheroni” di Ettore Scola: per chi non conoscesse il film, il manager americano Jack Lemmon torna a Napoli 40 anni dopo esservi stato da soldato delle truppe di liberazione e incontra Marcello Mastroianni, della cui sorella al tempo era stato innamorato. Quando lo portano a Bagnoli, nella casa della vecchia fidanzata, Lemmon vede appesi alla parete più in vista i ritratti del segretario del Pci e del Papa, miti da Pantheon di quell’Italia. Giuseppe Angelo Roncalli morì in Vaticano alle 19.49 del 3 giugno del 1963.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design