Oggi avrebbe compiuto 95 anni il più grande attore statunitense. Perlomeno il più carismatico. Parlo naturalmente di Marlon Brando che non ha girato nella sua carriera moltissimi film (poco più di una quarantina) ma ha certamente girato quelli giusti. Soprattutto Apocalypse now, il film ispirato al romanzo “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad (consiglio: leggetelo e capirete la bellezza del film) dove lui, il Marlon divino e immenso, impersona il colonello Walter Kurtz e, insieme a lui, tutto l’orrore di quella guerra maledetta, di quella ferita mai rimarginata nel popolo statunitense. Apocalypse now lo vidi per la prima volta nel 1980 e rimasi chiaramente affascinato dalla storia, folgorato dalla bravura di molti attori, disgustato da alcune scene e innamorato dall’interpretazione di Marlon Brando. Credo non ce ne siano di migliori all’interno dell’olimpo hollywoodiano: forse Robert De Niro in Taxi Driver, Jack Nicholson in “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e Meryl Streep in “Il diavolo veste Prada”. Ma lui, Brando-Kurtz è terribilmente bravo e inavvicinabile nonostante nel film appaia solo quasi alla fine e per pochissimo tempo. Ho rivisto il film almeno cinque volte, ho quasi imparato la frase del colonello Kligore a memoria:« Mi piace l’odore del napalm al mattino. Una volta abbiamo bombardato una collina, per dodici ore, e finita l’azione siamo andati a vedere. Non c’era più neanche l’ombra di quegli sporchi bastardi. Ma quell’odore… sai quell’odore di benzina? Tutto intorno. Profumava come… come di vittoria. » L’odore del napalm e l’orrore della guerra. Il volto di Marlon Brando e la canzone dei Doors. Quella morte rumorosa dove il colonello Kurtz muore sussurrando “l’orrore, l’orrore”. Marlon Brando è tutto dentro quel personaggio: forte e immenso, scontroso e probabilmente stronzo. Lui è tutto nelle parole che rivolge al colonello Willard che deve ucciderlo: “Tu hai il diritto di uccidermi ma non hai il diritto di giudicarmi”. Se ne avete voglia guardatevelo o riguardatevelo questo capolavoro di Francis Ford Coppola, palma d’oro al Festival di Cannes e un grande oscar per la fotografia (davvero bella) di Vittorio Storaro. Guardatevelo e chiudete gli occhi: Marlon Brando è sempre lui. Per sempre.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
3 ottobre 2013: la strage di Lampedusa (di Giampaolo Cassitta)
Il prete e il povero (di Cosimo Filigheddu)
Una modesta proposta (di Cosimo Filigheddu)
La mia ora di libertà (di Giampaolo Cassitta)
A vent’anni si è stupidi davvero. A 80 no. (di giampaolo Cassitta)
La musica ai tempi del corona virus: innocenti evasioni per l’anno che verrà. (di Giampaolo Cassitta)
Guarderò Sanremo. E allora? (di Giampaolo Cassitta)
Quel gran genio di Lucio Battisti (di Giampaolo Cassitta)
Capri d’agosto (di Roberta Pietrasanta)
Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
377 paesi vivibili (di Roberto Virdis)
Per i capelli che portiam (di Mimmia Fresu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.704 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design