Nei giorni in cui si fantastica sull’ultima scoperta della Nasa che ha individuato un sistema solare con sette pianeti che paiono simili al nostro, la macchina del tempo di Sardegna Blogger ricorda il sacrificio di Laika, il primo essere vivente lanciato in orbita attorno alla Terra.
Laika era una cagnetta randagia moscovita, selezionata per fare da apripista alle nostre future missioni spaziali. All’epoca, infatti, molti scienziati nutrivano dubbi sulle possibilità umane di sopravvivere a un giretto fuori dall’atmosfera. I russi pensarono che la piccola Laika, una randagia abituata alle condizioni estreme dell’inverno moscovita e a mangiare quando va bene, fosse il soggetto adatto. L’ideale per fornire all’opinione pubblica mondiale un saggio della superiorità sovietica sugli Stati Uniti nella sfida per la conquista dello spazio.
Laika cominciò un duro periodo di addestramento, in cui si ritrovò a soggiornare fino a venti giorni in gabbie via via sempre più piccole, a mangiare un gel super energetico, a sopportare la giostra della centrifuga. Come fosse un astronauta. Il 3 novembre 1957, infine, fu imbarcata a bordo dello Sputnik 2, puntellato nel cosmodromo di Bajkonur, con biglietto di sola andata. Il viaggio di ritorno non era previsto. Era sola ed era, probabilmente, bellissima nella sua inconsapevolezza. “Le baciammo il naso e le augurammo buon viaggio, sapendo che non sarebbe mai ritornata”, ebbe a dire uno dei tecnici incaricati di sistemarla nella capsula spaziale.
Non è ben chiaro in quanto tempo Laika morì. Le autorità sovietiche affermarono inizialmente che sopravvisse per oltre quattro giorni ma, nel 2002, una ricerca compiuta da uno scienziato russo stimò in poche ore la resistenza della cagnetta. Molto probabilmente fu uccisa dagli sbalzi termici, dovuti a un malfunzionamento delle apparecchiature della navicella.
Insieme allo stupore per l’esperimento, nel mondo si scatenarono anche forti reazioni di protesta per la sorte riservata a Laika. Nel 1998, Oleg Gazenko, uno degli scienziati responsabili della missione, ebbe un rigurgito di coscienza: “Lavorare con gli animali è fonte di sofferenza per ognuno di noi. Li trattiamo come bambini che non possono parlare. Più il tempo passa, più cresce il dispiacere per ciò che è accaduto. Non avremmo dovuto farlo… da questa missione non abbiamo imparato abbastanza da poter giustificare la morte del cane”.
Dalle parti di Mosca, nei pressi dell’istituto militare dove la missione fu predisposta, è stato eretto un monumento per ricordare Laika, la cagnetta che fu strappata alle strade di Mosca, costretta alle fatiche di un aspirante astronauta, rinchiusa in un razzo e lanciata verso il firmamento. Per vedere l’effetto che fa.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design