Io non so quanti siano quelli che si ricordino “Re Nudo”, un periodico nato a Milano all’interno della controcultura underground dove si parlava di droga, sessualità, musica sconosciuta. Re nudo fu anche l’organizzatore di festival musciali chiamati enfaticamente “festival del proletariato giovanile” e il più famoso si svolse a Milano, nel 1974 e replicato nel 1975 dal 29 maggio al 2 giugno. Si discutevano molte cose, soprattutto dell “amore libero” e della assoluta parità tra uomini e donne. Parteciparono dei gruppi e musicisti storici per quei tempi che rappresentavano la mia colonna sonora: Area, Perigeo, Premiata Forneria Marconi, un giovanissimo e sconosciuto Franco Battiato, Stormy Six, Eugenio Finardi e il canzoniere del Lazio. Questi i più famosi. Si aveva, a quei tempi la consapevolezza di essere non al centro del mondo ma “il” centro del mondo. Ad Alghero, nel 1980 organizzammo anche noi il primo festival del proletariato giovanile e per autofinanziarlo confezionammo moltissimi panini da vendere (era ferragosto e c’era moltissima gente). La notte, Antonello, insieme ad altri ragazzi cominciarono a regalare quei panini e il giorno successivo gli incassi erano miseri. Suonammo con allegria e con molta spensieratezza. Erano gli anni nostri, di musica e parole. Insomma, sarà stata la musica che girava intorno o l’inconsapevolezza delle azioni, però a me Parco Lambro e quei suoni metallici e acerbi continuano a piacermi.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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