Dimanche 06 Septembre 2015;Longchamp;PRIX DU PIN - G3;S.A. AGA KHAN;SCOOPDYGA -
In quel 1984, le hit parade europee vennero dominate da un singolo intitolato Self Control, scritto e interpretato da un giovanissimo Raf.
Ma di autocontrollo non ne ebbero affatto decine di consorziati della Costa Smeralda, scesi in piazza il 29 luglio per rivendicare il più elementare e popolare dei diritti: l’acqua.
La protesta contro i servizi consortili dell’Aga Khan aveva un doppio profilo: primo, chiedere che il disservizio venisse sanato; secondo, fare giustizia delle presunte disparità di trattamento tra le varie provincie del Consorzio.
In alcuni dei complessi del comprensorio i rubinetti erano rimasti all’asciutto, ma in altri no.
A Porto Cervo tutti potevano fare tranquillamente la doccia ma anche riempire le piscine – bene di prima necessità in Costa Smeralda – mentre in certe periferie come Liscia di Vacca o Cala Granu si affrontava a forza di autobotti la siccità più nera. Ma siccome anche questi consorziati pagavano profumate quote associative, l’acqua la pretendevano, eccome.
E così si rivolsero con una denuncia al pretore di La Maddalena, denunciando l’interruzione del pubblico servizio.
Ho trovato sul Corriere della sera di quei giorni una gustosa e dettagliatissima corrispondenza di Alberto Pinna. Il giornalista indagò sui presunti favoritismi di cui beneficiavano alcune zone della Costa Smeralda rispetto ad altre, un sospetto che mi è capitato di constatare personalmente anche in tempi più recenti: i miliardari di Romazzino, per dire, erano convinti che quelli del Golf club venissero tenuti in maggiore considerazione dai vertici del Consorzio.
Dall’Esaf, che allora gestiva le acque pubbliche sarde, replicarono che la fornitura era perfettamente in linea, per quantità, con quanto previsto dal contratto. Ma dai servizi consortili obiettarono che quel flusso, nel mese di luglio, doveva essere notevolmente maggiorato per soddisfare le esigenze del pieno della stagione estiva.
Alberto Pinna intervistò anche il sindaco di Arzachena, Tino Demuro, che col Consorzio era ai ferri corti, avendo respinto il progetto immobiliare della Costa Smeralda conosciuto come Master Plan.
Il sindaco disse che sui bidet della Costa Smeralda non aveva competenza (vabbè, non disse proprio così, è una mia sintesi). Ma ebbe soprattutto gioco facile nel far notare come fosse assurdo prevedere nuove seconde case là dove non si riusciva di far avere l’acqua manco a quelle esistenti.
Visto che abbiamo iniziato con una canzone di quell’anno, finiamo con una canzone di quell’anno.
Ho mandato il pezzo del Corriere ad un caro amico, Mario Sotgiu, per segnalargli che nell’articolo figurava una dichiarazione del padre, il compianto Bastiano Sotgiu, mitico geometra degli albori della favola turistica.
Sotgiu era l’amministratore del residence Cala Corallina, uno di quelli a secco.
Mario ricorda l’irruzione nello studio tecnico del padre delle sorelle Loretta e Daniela Goggi, che a Cala Corallina avevano casa ed erano inferocite per il disservizio.
Quell’anno Loretta Goggi spopolava con Maledetta Primavera. Ma quel giorno Loretta con malediceva la mezza stagione.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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