Quella dei Templari è una storia strana. Un ordine a metà tra il religioso e il militare, nato al momento giusto (crociate, terra santa, Europa in espansione), cresciuto a dismisura grazie a capacità organizzative straordinarie e alla fine messo al bando e disciolto come un qualsiasi fascismo. Per certi aspetti i “Poveri compagni di Cristo e del Tempio di Salomone” furono qualcosa di più che un drappello di monaci armati. Nati per fare da scorta ai cristiani che si recavano in Terra Santa, divennero presto una rete potente in grado di far girare idee, armi, persone, posti di lavoro ma soprattutto, soldi. Crebbero talmente tanto che nei due secoli in cui durò la loro storia furono in grado di prestare denaro alle grandi monarchie del tempo. Non solo. La presenza capillare nei luoghi di incontro delle tre grandi religioni del Libro e la loro capacità di intessere relazioni diplomatiche, aveva rappresentato in molti casi un ponte tra Cristianità e Islam. Potremmo definirli, col senno di poi, un esperimento di modernità. È facile pensare che la paura (e la gola) per la loro grande ricchezza, fu decisiva nel determinarne la fine. Nati ufficialmente col concilio di Troyes del 1129, vennero sciolti nel 1312 dal Papa Clemente V, pressato dal sovrano di Francia Filippo il Bello che aveva iniziato a perseguitarli già a partire dal 1307. I loro beni vennero devoluti ad altri ordini monastici e ospedalieri, o incamerati dalla stessa corona di Francia. La rete di relazioni mesa in piedi in due secoli, venne smantellata nel giro di pochi anni. Pare che il 18 marzo 1314 l’ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay, mentre era sul rogo, abbia pronosticato una brutta morte ai due autori di quello sfacelo. In effetti Clemente V morì di dissenteria dopo pochi mesi, mentre Filippo il Bello se ne andò nel dicembre dello stesso anno, a seguito di una brutta caduta da cavallo. La fortuna dei Templari però, come tutti sappiamo, ha avuto una coda notevole, più di natura letteraria che storica. Grazie a una certa riscoperta durante l’Illuminismo, la storia si è fatta leggenda, mito. Alcuni grandi romanzi (uno su tutti, Il Pendolo di Foucault, di Umberto Eco) e saghe (quella di Dan Brown, per capirci), hanno di fatto contribuito a rendere popolare un tema apparentemente lontano dagli interessi di quest’epoca (di fatto parliamo di uno dei tanti ordini monastici e cavallereschi del Medioevo, roba per topi da biblioteca). Hollywood ci ha messo del suo, chiaramente, e oggi quando si dice “Templari” partono a raffica associazioni di idee con i Rosacroce, la Massoneria, lo Gnosticismo ecc. Proprio Umberto Eco scriveva che per capire se un libro sui Templari è serio, bisogna guardare se termina parlando dei fatti del 1314 oppure no. Nel primo caso è serio, nel secondo rischia di essere un libro di fantasia. Sono d’accordo. Ma non vi nascondo che ogni volta che incrocio con lo sguardo una croce patente rossa su campo bianco, o dei cavalieri scolpiti in bassorilievo sulla parete di qualche chiesa, non posso non chiedermi se non ci sia sotto qualcosa di strano.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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