Viviamo in un mondo veloce, che corre veloce sopra le nostre teste, che accartoccia il passato con la semplificazione del messaggio e la radicalizzazione della comunicazione. Oggi, in Sardegna, la parola d’ordine sembra essere indipendenza, con una forte visione oppositiva. O sei indipendentista, o sei “dipendentista”, con una certa dose di disprezzo. Per contro, la recente proposta di legge governativa che vede la cancellazione delle regioni ad autonomia speciale, non sembra suscitare grandi reazioni politiche. Decenni di elaborazioni teoriche, di lotte politiche, di pensiero filosofico della libertà, dell’autonomia, del rapporto dialettico tra classi sociali e tra regioni all’interno di uno stato nazione, sono state sostituite, oggi, da parole d’ordine e poco altro. Al pensiero si è sostituita la parola, possibilmente mediatica. Non solo. I protagonisti di quelle elaborazioni del pensiero autonomista, da Lussu a Bellieni, oggi sono sottoposti ad una sorta di revisionismo, che non è però, basato sulla confutazione del loro pensiero, ma su questioni di tipo, oserei dire, personale, come se essi fossero presenti, vivi e vegeti, e si potesse con loro attivare un talk show in televisione. Si banalizza così un complesso pensiero autonomista e lo si riduce a questioni di infimo livello. E’ la superficialità del presente che soffoca la complessità del passato, a dimostrare che non è il passato a costruirci la storia di oggi, ma è l’oggi che rifà la storia del passato sulla base della propria cultura. Nel frattempo, l’autonomia sarda è a rischio. E con essa è a rischio tutto il sistema di rivendicazioni e le battaglie che si potevano fare sulla vertenza delle entrate, sulle norme edilizie, sulle servitù militari. La Sardegna avrà meno voce in capitolo, esattamente come nel periodo della fusione perfetta del 1848. Nel silenzio della politica. L’Autonomia non fa audience.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design