I due colossi neri si affrontano in un corpo a corpo al centro del ring di Las Vegas. Le braccia di Mike Tyson e Evander Holyfield si intrecciano, le teste a distanza ravvicinata suggeriscono l’immagine ridicola di una coppia abbracciata che balli un lento. Invece i due pugili sono già alla terza ripresa del loro combattimento per il mondiale dei pesi massimi, di cui Holyfield è detentore avendo sconfitto Tyson l’anno prima. Èd è in quel momento che accade l’impensabile, benché nulla sia impossibile quando di mezzo c’è Mike Tyson. Iron Mike non è più quell’uragano di forza spropositata che nel 1986, a soli vent’anni, aveva conquistato il titolo della maggiore categoria di peso, scaraventando a terra il detentore Trevor Berbick. Il più giovane campione dei massimi della storia e anche il più basso di statura, con i suoi 178 centimetri, soffre l’allungo degli avversari ma è il pugile dal pugno più potente che si sia mai visto su un ring, Il 28 giugno 1997, però, Tyson ha già attraversato la galera, una vita di vizi e l’onta di una sconfitta inattesa, quella che nel 1990 e dopo quattro anni di dominio indiscusso lo vide soccombere al cospetto del modesto James Buster Douglas. Non è quello degli inizi Tyson, ma ha pur sempre le reazioni di una belva. È il terzo round, Iron Mike si lamenta con l’arbitro Mills Lane per una testata subita da Holyfield. L’arbitro lascia correre, Tyson no. In quel corpo a corpo, lo sfidante addenta l’orecchio sinistro di Holyfield e lo morde con la rabbia di molosso ferito. L’incontro viene sospeso e Tyson penalizzato, ma poi il combattimento riprende. E Tyson che fa? Ripete la stessa prodezza, mordendo ancora l’orecchio di Holyfield e staccandogli un lembo di carne, che poi verrà sputato sul tappeto. Scatta a quel punto la squalifica e sulla carriera di Tyson sfilano i titoli di coda. Il match di quel 28 giugno 1997 resterà per sempre nella storia. Mai un titolo mondiale di boxe era stato sospeso perché un pugile aveva osato morsicare l’avversario.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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