La COINTELPRO, negli anni ’60, era un servizio segreto della polizia federale statunitense, la celebre FBI. Esso aveva lo scopo di combattere i movimenti dei diritti civili, specialmente quelli afro-americani, oltre quelli politici che vagamente potessero ricondurre ad una idea di comunismo, con tutti i mezzi, leciti o illeciti. Il nemico numero uno di questo servizio, nel 1963, divenne il reverendo Martin Luther King. Cosa fece, cosa disse il predicatore afro-americano per attirarsi i sospetti di comunismo e di eversione da parte della polizia federale americana? MLK, come noto, era un pacifista non violento di ispirazione gandhiana. Lottava per migliorare le condizioni civili della gente afro-americana senza l’uso della violenza, all’interno di una idea patriottica della propria nazione. Il 28 agosto del 1963, al termine di una grande marcia pacifista, una immane folla si radunò a Washington, sotto il monumento dedicato ad Abraham Lincoln, il grande presidente degli USA del passato che abolì la schiavitù nel suo paese. Fu in quella occasione che MLK pronunciò quel famoso discorso che entusiasmò gran parte del popolo americano, sostenuto dalla celebre iterazione “I have a dream”, Che poi fu quello che gli attirò le mire dei servizi segreti. A quanto pare MLK, quel giorno, aveva una bozza preparata all’ultimo momento, in quanto impegnato nei preparativi della manifestazione, ma fu durante il comizio, si dice su esortazione della cantate Mahalia Jackson, che MLK lasciò da parte quello che aveva scritto e in preda ad una esaltante ispirazione, incominciò a declinare il sogno di un paese futuro, di una nuova America dei diritti sociali e civili e di pari possibilità per tutti. Il discorso, in realtà, non era solo rivolto agli americani, ma era un manifesto per un mondo migliore, per tutta l’umanità, contro ogni forma di sopruso e di razzismo. Fu forse il grande successo riscosso dal reverendo a mettere in allarme l’FBI. Diversi giornalisti, anche conservatori, sottolinearono l’imperiosa retorica di MLK, la sua capacità di presa nella pubblica opinione, e persino il Presidente degli Stati Uniti dell’epoca, da sempre attento ai diritti civili, John F. Kennedy, fu colpito favorevolmente da quello che oggi viene considerato come uno dei più famosi discorsi del secolo. Kennedy, com’è noto, verrà assassinato poco tempo dopo a Dallas, nel novembre di quello stesso anno. Malcom X, altro famoso attivista dei diritti civili americani di quei burrascosi tempi, verrà assassinato invece nel 1965. Shot rings out in the Menphis sky, canteranno negli anni ’80 il famoso gruppo rock irlandese degli U2, in ricordo dell’assassinio di Martin Luther King, nella canzone “Pride”, orgoglio. Il 3 aprile del 1968, affacciatosi al balcone del suo albergo di Menphis, MLK fu freddato da una fucilata sparata da un tizio, evaso da un carcere, non si sa bene per quali motivi, all’interno della solita cospirazione. Riconosciuta tanti anni dopo, ovviamente. Misteri all’americana. Dopo di lui, nel 1968, verrà assassinato il fratello di JFK, candidato anche lui per le presidenziali americane e attivista per i diritti civili. Walter Reuther, il sindacalista socialista che aveva organizzato diverse manifestazioni insieme a MLK, morì in un misterioso incidente aereo nel 1970. E così via. In the name of love. I have dream.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo.
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