Avere vent’anni e provare a raccontare una storia complessa, passionale, contro una borghesia falsa e decadente, contro i passaggi teatrali di uomini senza alcun valore e senza nessun senso etico. “Gli indifferenti”, romanzo di esordio di Alberto Moravia, uscì il 27 luglio 1929, quando lo scrittore aveva soltanto ventidue anni. (Dal libro è stato tratto un film con Claudia Cardinale, Rod Steiger e Tomas Millian, per la regia di Francesco Maselli). Mi è ritornato in mano lo scorso mese e mi sono ricordato di Carla e Michele Ardengo, i due giovani incapaci di produrre affetto e di comprenderlo all’interno di un contesto gonfio di noia e di declino. L’intreccio tra amanti e tradimenti è dentro una Roma stanca e disillusa che osservava con occhi lontani un fascismo che stava per arrivare (la storia è ambientata nel 1920). Tutto questo mi è tornato in mente leggendo della Roma di oggi, della spartizione, nella bassissima macelleria sociale in cui si è cacciata, della sua sporcizia toccata con mano al centro storico e nel bellissimo e silenzioso quartiere Monti. Quella borghesia che, in fondo, ha solo saputo osservare la decadenza di una città, che ha saputo solo guardare con occhi stantii la distruzione della bellezza. Il romanzo di Alberto Moravia andrebbe riletto oggi, davanti a questo nuovo supplizio. Non c’è più quella borghesia uccisa dai palazzinari, dai bottegai, dai consorzisti, faccendieri, puttanieri. Non c’è più nessuno che voleva uccidere, come nel libro, il rivale in amore e lo fa con una pistola scarica. Non c’è neppure la decenza di verificare quanto male abbiamo fatto a questa città. Ecco, il titolo del libro vale sicuramente per tutto il paese e per i suoi abitanti: Gli indifferenti. Rileggetelo o, se non lo avete mai fatto, leggetelo. Ne vale sicuramente la pena.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design