Il 26 marzo del 1960 il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi affida al democristiano Fernando Tambroni la guida del nuovo esecutivo, succeduto a quello del dimissionario Antonio Segni. Sarà l’inizio di uno dei più brevi e tormentati governi della Repubblica. Tambroni giura ad aprile e riesce ad avere la maggioranza grazie ai 24 voti dei parlamentari del Movimento sociale, fortemente legati al fascismo. Lo spirito della Liberazione, quindici anni dopo, torna vivo, con proteste di piazza e prese di posizione indignate dei leader politici del centrosinistra, tra cui si segnala per decisione quella di Sandro Pertini. Tambroni si dimette prima ancora di cominciare l’opera, ma Gronchi non ci sta e lo invita a insistere. E così il governo nasce. La misura viene colmata quando il Msi indice per il mese di luglio il suo congresso a Genova, città medaglia d’oro della Resistenza. La piazza insorge in diverse città italiane. A Reggio Emilia, il 7 luglio, la Celere reagisce sparando sulla folla e lasciando sul terreno 4 morti. Pochi giorni dopo Tambroni si dimette, stavolta definitivamente.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design