Il 26 maggio del 1249, alla Fossalta di Modena, finiva in un certo senso la vita avventurosa di Enzo di Hohenstaufen, figlio dello stupor mundi Federico di Svevia. Finiva in un certo senso, perché non è che Enzo sia morto fisicamente. Venne però fatto prigioniero dai bolognesi e prigioniero rimase, in un palazzo dotato di tutte le comodità, fino alla morte, avvenuta nel 1272. E cosa ce ne frega di Enzo? Ce ne frega, perché Enzo ebbe l’effimero titolo di Re di Sardegna, al tempo dei Giudicati. I sassaresi conoscono quella che è indicata come la casa della sua breve residenza sarda, in Corso Vittorio Emanuele.
Come dicevo, Enzo era figlio di Federico II di Svevia, una delle figure più acclamate nei manuali di storia medievale. Federico il colto dai mille interessi, finanziatore di università e scuole mediche, amante della poesia, promotore delle moderne Costituzioni di Melfi, fissato con la caccia e addestratore di falchi. Tra i suoi figli ebbe anche Enzo. Per i soliti motivi di interesse, Enzo venne dato in sposa ad Adelasia, erede al trono di Torres e vedova di Ubaldo dei Visconti, signori della Gallura. Nozze celebrate con una certa solennità ad Ardara, la sposa insignita di una pelliccia di ermellino inviatale dal suocero imperatore. Enzo però era poco più che un ragazzino, mentre Adelasia donna già matura, una quindicina d’anni più grande. Il matrimonio era inoltre avversato dalla Chiesa, che avrebbe preferito come marito di Adelasia un nobile pisano. Sarà per questa distanza anagrafica o molto più probabilmente per il richiamo delle armi che Enzo in Sardegna ci rimase solo per pochi mesi, prima di tornare nella Penisola a combattere contro i Comuni che non ne riconoscevano l’autorità, seguaci della linea guelfa. E fu proprio in una di queste battaglie, alla Fossalta, che Enzo perse la libertà, anche se continuò a considerarsi re di Sardegna e a dare disposizioni sulla sua amministrazione, benché incarcerato. Mentre Adelasia, ormai divorziata da Enzo, immalinconiva nel castello di Burgos, nel quale trascorse tristemente gli ultimi anni della sua vita.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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