C’è sempre molta poesia nella memoria. E col tempo i gesti diventano leggenda. Anche le sconfitte – soprattutto le sconfitte – si raccontano e a furia di raccontarle diventano vittorie. Sono passati 62 anni da quel 26 luglio 1953, quando un giovanissimo Fidel Castro tenta un attacco alla caserma della Moncada. Attacco che sarà infruttuoso ma darà il via alla rivoluzione cubana che arriverà solo sei anni più tardi. Tutto si conclude e anche le leggende, lentamente, cominciano ad essere stratificate nel crogiolo della storia e nelle analisi meno suggestive che facevano i poeti. Già, la rivoluzione come poesia, Che Guevara come poesia, il popolo come poesia. Suggestioni nelle quali sono cresciuto, tra le foto in bianco e nero e la musica andina che ricordava il Comandante Che Guevara. Le leggende hanno questo di strano (e di fortemente bello) sono il cuscino della tua esistenza, che abbracci quando sei solo. Di quella rivoluzione (come tutte le rivoluzioni, d’altronde) è rimasto molto poco. Però, se ci riuscite, andateci all’Avana ad annusare quel mare e quella città così decadente, quel museo così anacronistico e bellissimo. Andateci all’Avana prima che arrivino gli americani in massa. Date uno sguardo attento a ciò che è stata la Rivoluzione e non siate troppo severi. C’era del bello in quell’idea, c’era del vero in quella leggenda. Le rivoluzioni nascono dalla passione e dalla volontà di cambiare il mondo. Che poi riescano bene è, probabilmente, una leggenda. Io, quando sono passato nelle strade dell’Avana mi son guardato intorno e ho sentito forte lo sguardo intenso di Fidel e del Comandante Che Guevara. E, in silenzio, ho abbracciato quel cuscino.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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