Non solo Enzo Tortora. Tra le clamorose sviste della magistratura, costate l’ingiusta detenzione a celebrità sottoposte per mesi ad un violento pestaggio mediatico, non va dimenticata quella che costrinse ad un mese di carcere il pianista Lelio Luttazzi, accusato senza ragione di essere un trafficante.
Siamo nel giugno del 1970 e Luttazzi – pianista, attore, autore, artista a tutto tondo – è all’apice della sua carriera. Conduce Hit Parade, fortunata trasmissione della Rai, la sua fama è alle stelle.Sinché un giorno si presentano a casa sua i carabinieri e Luttazzi finisce in cella, dove resterà per circa un mese.Gli imputano di essere al cento di un traffico di droga. Perché un giorno ha chiamato al telefono un certo Bettarelli, che spacciatore lo era davvero: la telefonata venne intercettata e gi investigatori fecero due più due, mettendo i ferri al musicista.Solo che Luttazzi non ha idea di chi sia Bettarelli. Ha chiamato il suo numero perché glielo aveva dato Walter Chiari, chiedendogli il favore di recapitare un innocuo messaggio a Bettarelli: Chiari non riusciva a mettersi in contatto con lui e voleva fosse Bettarelli a telefonargli.
Tanto bastò per gettare in cella per un mese un innocente, del tutto ignaro di ciò che stava accadendo.Il 26 gennaio del 1971 il giudice di Roma Renato Squillante deposita il decreto di proscioglimento per Luttazzi, riconosciuto completamente estraneo alla vicenda.Ma per Luttazzi la carriera, a quel punto, aveva iniziato a declinare, danneggiata dagli schizzi di fango.Non ebbe più la conduzione di Hit Parade e le sue apparizioni si ridussero. Dal libro autobiografico nel quale raccontò la sua disavventura, Alberto Sordi trasse Detenuto in attesa di giudizio.
Io di Lelio Luttazzi ricordo nitidamente, negli ultimi anni della sua carriera, una pirotecnica esibizione al pianoforte in una trasmissione di Fiorello, che per Luttazzi aveva un’autentica venerazione.Chissà se quella sera i magistrati che lo portarono in carcere erano davanti alla televisione.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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