AA413476 cucina 420 312 300 4961 3682 RGB
Possiamo riadattarla, rifarla, ricostruirla, ma la Filumena Marturano di Titina De Filippo è inarrivabile per chiunque. Si possono modificare tutti gli attori, ma non lei. Non quel suo sguardo severo, introspettivo, cattivo, duro, ilare, sarcastico, con quel duettare con quel Don Mimì Soriano per la quale si finge moribonda per farsi sposare. Credo di averla vista almeno una decina di volte e sempre mi soffermo alla scena finale quando l’impenitente donnaiolo scopre che uno dei tre figli “è figlio a lui” e vuole sapere quale dei tre è sangue del suo sangue. Ma Filumena è madre per davvero e non abbandona nessuno dei figli, non può. Non deve. Quella sua recitazione è falsa, perché è vera, verissima: fa parte della sua vita, della sua esistenza, della sua esperienza di figlia abbandonata da un padre donnaiolo, un attore, una persona influente, quell’Eduardo Scarpetta che, di fatto, abbandonerà lei, Eduardo e Peppino a costruirsi la propria vita. I tre fratelli lo faranno in maniera mirabile, diventeranno tra i migliori interpreti del teatro italiano. Filumena Marturano è la bellezza della scrittura e della messa in opera: da una parte il genio di Eduardo (De Filippo e non Scarpetta) dall’altra l’interpretazione di una donna che è stata figlia, sorella e madre. Riguardatevela quella Filumena raccontata da Titina. Grazie a lei ho amato una parte di Napoli che merita rispetto. Grazie a lei e a Eduardo Napoli è diventata Italia, Europa, mondo. Titina moriva il 26 dicembre del 1963. Si spensero molte luci nel palcoscenico quella sera e il teatro comprese che una delle luci più luminose era proprio la sua. E divenne Filumena Marturano per sempre.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.018 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design