Betty came by on her way / said she had a word to say / about things today / and fallen leaves
Metti una voce, una chitarra e una poesia. Nient’altro che questo. Nick Drake non amava esibirsi, rilasciare interviste, farsi fotografare. Nick Drake era un sognatore senza speranza né ambizioni, un poeta allergico a qualsiasi alterazione. Non amava le sovrapposizioni di fiati e archi imposte dalla casa discografica, non amava le folle in delirio, non amava la notorietà. Nick Drake non aveva nessuna intenzione di diventare una rock star.
Said she hadn’t heard the news / hadn’t had the time to choose / a way to lose / but she believes
I suoi furono tre album di introspezione, assoluti insuccessi commerciali. Piccole perle nascoste in strade lastricate di rock’n’roll e ribellione, di protagonismo ed eccessi. Nick Drake non poteva fare a meno dell’ombra e non aveva alcuna intenzione di rinunciarvi, a costo di gettare al vento ogni chance di successo.
Going to see the river man / going to tell him all I can / about the plan / for lilac time
L’ultimo album di Nick Drake, “Pink moon”, dura meno di trenta minuti. Quando lo presentò alla Island, la sua etichetta discografica, rifiutò qualsiasi attività promozionale se non, dietro forti pressioni, un’intervista a Sounds Magazine nel corso della quale non incrociò mai lo sguardo dell’intervistatore. Nick Drake aveva già deciso di non scrivere più, di non suonare più, di non cantare più.
If he tells me all he knows / about the way his river flows / and all night shows / in summertime
Nick Drake ha scelto di andarsene a 26 anni, ingoiando 30 pillole di amitriptilina, un antidepressivo, nell’autunno del 1974. Mai avrebbe immaginato che, cinque anni dopo la sua morte, i suoi tre fallimentari album sarebbero stati ripubblicati in un cofanetto, “Fruit tree”, grazie all’arrivo alla Island Records di un suo fan, Rob Partridge. Ma questo, in fondo, è importante solo per noi che possiamo decidere di spegnere la luce, mettere le cuffie e far partire le note di “River man”.
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