“I sogni della gioventù, così difficili da sconfiggere” è scritto sulla tomba di John Peel.
La nostra agenda ricorda oggi uno dei più grandi conduttori radiofonici e disc jockey di sempre, morto il 25 ottobre 2004. Nato dalle parti di Liverpool nel 1939, John Peel, al secolo John Robert Parker Ravenscroft, trova la sua strada quasi per caso, come spesso accade, durante una trasferta in America a seguito del padre. A Dallas, infatti, comincia a frequentare le prime stazioni radio e diventa il corrispondente ufficiale dei Beatles nella città texana.
Al rientro in patria, nel 1967, lo troviamo nella mitica Radio London, stazione pirata, dove conduce “The perfumed garden”. Da mezzanotte alle due, trasmette il meglio della musica in circolazione in un periodo di straordinario fermento della scena rock. Un anno dopo è alla Bbc, dove troverà la fama grazie all’idea di ospitare brevi esibizioni live nelle sue trasmissioni. Sono le preziose “John Peel’s sessions”, pubblicate in una serie di mini album con quattro canzoni, a rendere il suo nome immortale. La scena punk/new wave degli Anni Ottanta trova in lui un’eccezionale valvola di sfogo.
L’uomo è bizzarro (si sposa a Regent Park indossando la divisa del Liverpool sulle note di “We’ll never walk alone”, l’inno della squadra) ma segna decisamente un’epoca. Passare dalle sue sessions diventa un obiettivo ambito per ogni artista in cerca di successo, da Bowie ai Joy Division.
La morte, causata da un infarto, lo sorprende in Perù. Bbc Radio 1, in segno di lutto e rispetto, cancella il normale palinsesto e gli dedica un’intera giornata di programmazione. Ad accompagnarlo nell’ultimo viaggio verso il cimitero di Bury St. Edmund, migliaia di persone, moltissimi musicisti e una canzone: “Teenage kicks” degli Undertones.
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