di Maria Dore
25 luglio 1856: nasce Matilde Serao, prima donna del giornalismo italiano
“Questa donna tanto convenzionale e pettegola e falsa tra la gente e tanto semplice, tanto affettuosa, tanto schietta nell’intimità, tanto vanitosa con gli altri e tanto umile meco, tanto brutta nella vita comune e tanto bella nei momenti dell’amore, tanto incorreggibile e arruffona e tanto docile agli insegnamenti, mi piace troppo, troppo, troppo”.
Quante volte leggendo le biografie di personaggi vissuti nei secoli andati ci siamo sorpresi della loro modernità? Alla stessa conclusione si arriva se si legge della vita di Matilde Serao, una di quelle scrittrici che si saltano sempre nei programmi scolastici. Si dovesse riassumere con una frase la sua vivace vita, sarebbe corretto soprattutto puntare sull’aspetto professionale: questa rotonda napoletana di madre greca sarà la prima donna italiana a fondare e dirigere un quotidiano Il Mattino, tutt’ora voce dell’Italia meridionale. Non senza gavetta e piccoli inconvenienti: a otto anni ancora non sa leggere e scrivere; riesce però a diventare prima maestra, telegrafista, ecco poi i primi scritti a il Giornale di Napoli e ne Il Capitan Fracassa a Roma, i racconti e i romanzi. Si sa, delle volte dopo la gavetta arriva l’ “aiutino” e insieme a questo, vicende che vanno oltre la vita professionale. Le parole di apertura sono di Edoardo Scarfoglio, giornalista, appassionato nazionalista e direttore de Il Corriere di Roma. I due si sposano nel 1885 ed è insieme che fondano Il Mattino nel 1892. Scarfoglio la tradisce spesso e lei lo lascia fare. Fino a quando è la vita dei due a diventare un racconto tragico: un bel giorno una donna bussa alla loro porta con una bambina tra le braccia. Appena la cameriera apre la porta, la giovane si punta una pistola alla testa e spara. Si chiama Gabrielle, è una giovane attrice e la bambina è figlia di lei e di Scarfoglio. Il giornale dei due coniugi, molto discutibilmente, censura la notizia. Matilde tronca col marito ma i guai comuni non finiscono: per avvio di un’inchiesta i due sono accusati di corruzione. Scarfoglio caccia la sua ex dal Mattino, e lei fonda un quotidiano tutto suo: Il Giorno. Dalle sue pagine si schiererà contro l’ingresso ne La grande guerra e, in seguito, contro il fascismo. Matilde muore all’improvviso mentre intenta a scrivere. Nonostante la suggestività di questa immagine, preferisco chiudere quest’agenda in un altro modo, piuttosto che optare con una classica fine che coincide con la morte del personaggio. Si legge che le posizioni antifasciste della Serao le costarono il Nobel che fu assegnato invece, alla nostra Deledda. Ancora più recentemente il legame tra le due si arricchisce di un nuovo elemento; nel 1903 la scrittrice sarda pubblica Cenere Il romanzo diventa un film con protagonista Eleonora Duse. Pare che a suggerire la lettura del romanzo alla riluttante Duse fu proprio la Serao. Come non notare le somiglianze tra la vicenda privata della vivace Matilde e la trama di Cenere? Ecco che ancora una volta vita e romanzo si fondono, unendo tre nomi di donne da ricordare.
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