Noi, che siamo stati a Betlemme con gli occhi intrisi di curiosità, ad osservare da vicino quello che per anni abbiamo letto e disegnato ed immaginato con colori che non sono mai gli stessi. Noi, che siamo stati a Betlemme con le domande in tasca e con la speranza di ottenere tutte le risposte raccolte negli anni e conservate con cura dentro gli armadi della conoscenza e della speranza. Noi, che siamo stati a Betlemme e ci siamo guardati intorno, alla ricerca di una grotta, di un bue, di un asinello e di tutti i pastori che hanno occupato la nostra infanzia e i nostri cuori. Noi, che siamo stati a Betlemme alla ricerca di qualcosa, che forse non era il Cristo e non erano neppure Maria e Giuseppe; forse non vi era la certezza di scoprire la buona novella, forse si ricercava il simbolo e quel simbolo non c’era. Noi, che siamo stati a Betlemme e abbiamo fatto la fila davanti alla stella e ci siamo inginocchiati e ci siamo domandati dove fossero tutte le nostre storie, dove fosse la neve e la stella cometa, dove fosse la speranza e la bellezza. Noi, che siamo stati a Betlemme in mezzo al suk colorato e bellissimo, dove tutte le donne avevano il volto di Maria e i bambini erano tutti piccoli Gesù e gli anziani tanti San Giuseppe. Noi, che siamo stati a Betlemme abbiamo visto il muro e ci siamo fermati. E ci siamo chiesti: perché dentro questa favola immensa ed infinita, dentro questo incrocio gonfio di pace hanno costruito un muro, hanno diviso uomini e uomini, in nome di nessun Dio? Noi, che siamo stati a Betlemme abbiamo chiuso gli occhi e abbiamo provato a cancellare quel maledetto muro e vedere il bue, l’asinello ed un bambino. Ma non ci siamo riusciti. Perché davanti a quel muro Natale non c’era.Noi, che siamo stati a Betlemme sorridiamo leggeri e speriamo. Il muro ha sempre nascosto le favole e la bellezza. Buon Natale perché fa bene, perché è importante raccontare ed osservare. Perché la pace non cammina davanti ai muri, perché un Dio non costruisce eserciti e non arma uomini. Se siete stati a Betlemme guardate quel suk e capirete la magnificenza degli uomini, disegnati come un bellissimo presepe: quello della vita.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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