Paper airplane in children hands on yellow background and blue sky in coudy day
E’ arrivata la primavera. Non solo perché gli aironi hanno già nidificato nello stagno di Molentargius e già si affacciano alla vita i primi implumi pulcini. E’ Arrivata la primavera. Non solo perché ho visto la prima rondine o, forse, ho solo immaginato di vederla. E’ Arrivata la primavera. Non solo perché la temperatura diventa più tiepida e l’alba arriva presto e illumina di rosa la strada già quando esco alle sette per prendere il treno. E’ Arrivata la primavera. Perché è il 25 aprile. Si, per me, ormai da qualche anno l’appuntamento con la primavera è fissato per il 25 aprile. Anche quest’anno, settantaduesimo anniversario della Liberazione, intorno alle nove e trenta sono arrivato a Cagliari in via Alghero, dove ci siamo dati l’appuntamento per festeggiare la Liberazione con la sfilata di Partigiani vecchi e nuovi. Come capita spesso, all’arrivo ho cominciato a preoccuparmi. C’era poca gente. C’erano pochi giovani. Il corteo, come ogni anno, per fortuna è diventato lentamente più affollato, pieno di gente, di colori. I colori delle bandiere dei popoli. I colori dei popoli. Senegalesi, pachistani, iraniani, marocchini e tanti altri. Ma che bisogno c’è di elencarli uno per uno? C’erano tutti quelli che ci volevano essere. Tutti quelli che ci potevano essere. E’ uno dei vantaggi, uno dei piaceri della Libertà. Uno dei diritti che hanno conquistato per noi i Partigiani: quello di permetterci di conoscere donne e uomini diversi da noi, culture diverse. Attraversato il centro della città, il corteo ha, come tradizione, raggiunto Piazza Carmine, dove “BELLA CIAO” già riscaldava l’aria e, accompagnata da un maestralino dolce e leggero, si intrufolava nelle strade della Cagliari vecchia e nella nostra mente, costringendoci a muoverci ritmicamente. Sul palco si sono succeduti gli interventi, i discorsi, che solo ai distratti, a coloro che non hanno senso della storia e dell’attualità, possono sembrare vecchi, stantii, inutili. Me lo hanno ricordato i giovani liceali, universitari, neolaureati che hanno preso la parola. Essere antifascisti, non solo è attuale – hanno detto – ma è un nostro dovere. Lo dobbiamo a coloro che hanno sacrificato la propria vita per donarci una Repubblica libera e democratica. Lo dobbiamo alle future generazioni. A dirlo erano ragazzi di diciotto vent’anni. Il fascismo c’è ancora. Nel mondo. In Italia. Tiene prigionieri i giornalisti, respinge, elimina, aggredisce, umilia i diseredati e quelli con una pelle di colore diverso, pretende di respingere coloro che fuggono dagli stenti e dalle guerre, le guerre che alimenta per il proprio tornaconto. Ce lo hanno ricordato loro in Piazza Carmine: i diciottenni, i ventenni. Se ce n’era bisogno … e ce n’è sempre bisogno! Sono nato otto anni dopo la liberazione. Nel corteo ho incontrato quattro generazioni. I Partigiani che hanno fatto la Resistenza, testimonianza vivente, purtroppo sempre meno numerosi, quelli nati negli anni cinquanta e sessanta, i quarantenni e i ragazzi di diciotto vent’anni. I nuovi Partigiani. E non ho più paura che la memoria si estingua. Fino a stamane avevo paura. . Il seme della libertà ha attecchito. Bene. Finiti i discorsi, dalle casse ha ricominciato a diffondersi BELLA CIAO e IL CIELO E’ SEMPRE PIU’ BLU … chi è senza memoria … dice un verso di questa splendida canzone. Alla spicciolata le persone hanno lentamente, a malincuore abbandonato la piazza … io con loro. Felice! Perché è tornata la primavera, il maestralino leggero, il tiepido sole, i pulcini di airone e queste belle rondini di diciotto vent’anni, responsabili, colte, libere, impegnate a difendere, la Democrazia, la Repubblica, la Costituzione, la Libertà … la propria, la nostra e quella di quelli che verranno dopo di noi. Sono queste rondini la nostra primavera.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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