“Me lo aspettavo”. Le cose si sentono in terra di mafia. Hanno il colore del piombo e il rumore sordo di un colpo alla nuca. Sono i gesti e la ricerca di soluzioni che non fanno ragionare le bestie feroci, quelle che non capiscono il rumore delle parole. Così hanno ucciso Don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio. Con un colpo alla nuca. Un prete che aveva deciso di difendere i cuccioli d’uomo nella speranza che questi, da grandi, non diventassero belve. Lo hanno ucciso perchè non sopportavano le sue omelie, la sua perserveranza e la sua nutrita speranza che a Palermo, nel suo quartiere, un giorno quella parola “mafia” non dettasse più le giornate di un calendario di miseria umana. Se lo aspettava Don Pino perchè chi porta la croce, prima o poi, ci finisce inchiodato. Venne ucciso il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno. La cattiveria ed il cinismo non ha molte giustificazioni e nemmeno la vigliaccheria. Il 24 maggio del 2013, sul prato del Foro Italico a Palermo il Cardinale Paolo Romeo, davanti ad una folla di centomila fedeli, proclamava Don Pino Puglisi “Beato”. E’ il primo martire della chiesa ucciso dalla mafia. E’ un giusto tra le ingiustizie, una persona pulita tra le varie sporcizie. Don Pino ha regalato momenti di forza basati solo sulle parole: quelle che pesano e che segnano il territorio con un concetto bellissimo: la dignità. Grazie per essere passato da queste parti. Grazie per quel sorriso lieve e denso che tutti ricordiamo. Semplicemente.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design