Esattamente trent’anni fa, il 24 giugno del 1985, il Parlamento eleggeva alla Presidenza della Repubblica il sassarese Francesco Cossiga, personalità politica di primo piano dalla fine degli anni Cinquanta in poi. Uomo amato o odiato, suscitava sentimenti contrastanti e contrastante fu il suo corso politico: riservato e poco incline ai riflettori sino alla fine degli anni ottanta, prima di guadagnarsi il titolo di “Picconatore” nell’ultimo biennio del suo mandato da Capo dello Stato, quando le sue frequenti esternazioni (così le chiamava lui) lo misero in contrasto con altri organi istituzionali. “Morto Cossiga, la salma sarà insabbiata domani”. Fu una delle più ciniche ma anche meritate ironie che seguirono la sua scomparsa, perché il nome di Cossiga era sempre presente in certe pagine torbide della Repubblica: dal Piano Solo del 1964, bozza di colpo di Stato pianificata per respingere il pericolo comunista, all’organizzazione militare Gladio, segretamente costituita per prevenire il pericolo rosso, da cui Cossiga (cugino di Enrico Berlinguer) sembrava ossessionato. Non è forse un caso che, sia per il Piano Solo che per Gladio, la Sardegna era stata individuata come base operativa. Molto discussa è stata anche la sua posizione durante il sequestro di Aldo Moro, che seguì dal Viminale prima di diventare, nel 1979, Presidente del Consiglio. Studente modello, capace di diplomarsi con tre anni di anticipo e di laurearsi in Giurisprudenza a soli 19 anni, fu il primo protagonista della rivoluzione dei Giovani Turchi del 1956, quando la sua corrente prese il controllo della Democrazia Cristiana a Sassari. Da quel momento, la sua ascesa fu inarrestabile e iniziò col ruolo di sottosegretario in un governo Moro, nel 1958: il ministro cui Cossiga sottostava era nientemeno che Giulio Andreotti. Francesco Cossiga è morto nel 2010.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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