Che cos’è il genio, l’intuizione, la visione di qualcosa che gli altri non colgono? Cos’è il gioco, l’amore per la bellezza, quel far ritornare tutto alla dimensione ludica ma adulta, consapevole? Sono tante cose che molti uomini hanno avuto (penso per esempio a Leonardo, Michelangelo, Picasso, Gaudì, solo per citarne alcuni) e che nel passato millennio ha avuto un ragazzo che nasceva il 24 febbraio del 1955: Steve Paul Jobs, noto a tutti come Steve Jobs, l’uomo della mela, l’uomo che ha inventato il mouse, le icone, lo smartphone. L’uomo che ha contribuito a modificare il nostro modo di vedere le cose. Può anche non piacere ma senza Steve Jobs questo mondo moderno sarebbe sicuramente diverso.Steve era l’intuizione pura, la visione assoluta, l’accanimento terapeutico per la bellezza. Era convinto che il computer dovesse essere prima bello e poi utile.Era un esteta, camminava tra il bianco ed il bianco, utilizzando il nero solo per contrasto.Era un uomo essenziale nonostante avesse contribuito a volere cose molto sofisticate. E’ stato un uomo di passioni e ha avuto i suoi difetti, probabilmente molti, ma il pregio di rincorrere un’idea, di innamorarsene perdutamente e di provare a regalarla agli altri.Era il compositore di note complicatissime ma non utilizzava il pentagramma. Costringeva gli altri a scrivere, a rincorrere le sue idee, aveva una musica impossibile da replicare ma con una melodia unica.Quando abbracciate uno smartphone, quando toccate con il dito un’icona pensate che lui, Steve Jobs, ha voluto questo perché il tatto era la cosa più semplice ed infantile che l’uomo utilizzava fin dai suoi primi momenti di vita. Anche dietro un computer ci può essere amore. Come in questo caso.Oggi Steve Jobs avrebbe compiuto 67 anni. Buona vita Steve e grazie per il mouse, le icone, la tua voglia di stupire. Quel bianco Apple è ancora oggi inconfondibile e ci rende la vita più fluida, forse più liquida, ma è il segno dei tempi e tu ci sei arrivato prima di tutti. Come solo i visionari veri sanno fare.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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