Il 24 aprile del 1184 Avanti Cristo (3202 anni fa) i greci conquistavano la città di Troia con il famoso piano di Ulisse e del cavallo di legno, presentato come grande omaggio ai troiani ma che, invece, nascondeva al suo interno un numero di uomini pronti a combattere e conquistare il territorio. Da quella bellissima ed epica leggenda sono stati costruiti mille aneddoti in tutti i campi e, soprattutto, quel mirabile piano è stato utilizzato da molti o, comunque, in tanti hanno tentato, a volte senza riuscirci. In amore molti hanno utilizzato gli amici più cari per carpire notizie, microspie nascoste negli armadi o sotto il letto, telecamere che inchiodassero i traditori. C’è chi ha utilizzato il “cavallo” come grimaldello per ottenere favori e per poi tradire chi quel favore lo aveva procurato. Il cavallo è spesso utilizzato in politica come possibilità di vittoria sull’avversario. Il voto segreto, l’acquisto di un senatore, dire una cosa e farne un’altra. La vita è piena di cavalli donati senza che nessuno li guardasse in bocca. La storia di Ulisse è appassionante e a me ricorda principalmente la mia infanzia: quando trasmettevano in bianco e nero lo sceneggiato sull’unica rete esistente in quel periodo: Rai uno. Ero in quinta elementare e mia madre non voleva che lo vedessi in quanto dopo Carosello si doveva andare a nanna. Avevo bisogno di escogitare qualcosa. Lo dissi alla maestra e aggiunsi che io amavo moltissimo quella storia e che da grande sarei voluto diventare Ulisse. La maestra scrisse sul diario poche parole, consigliando mia madre sull’utilità di farmi vedere le puntate dell’Odissea. Riuscì nell’impegno usando la maestra come cavallo di Troia. A quei tempi non l’avevo capito e da grande, poi, non sono riuscito a diventare Ulisse.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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