Sono uno che possiede i primi settantacinque numeri di Alan Ford originali, disegnati da quel genio che fu Magnus, (Roberto Raviola morto, purtroppo nel 1996) ma credo di essere uno dei tanti estimatori del fumetto che cambiò, sotto alcuni aspetti, il modo di disegnare e scrivere di quegli anni. Alan Ford nacque nel 1969, quando io avevo dieci anni. Il primo numero che riuscii a leggere fu il quarto: la casa dei fantasmi. Da quel momento mi innamorai del gruppo TNT e, soprattutto, l’amore divenne ossessione quando comparve, nel numero 11, il mitico “Numero Uno”, quello che tutto sa e tutto annota in una piccola agendina. Tutti ricordano l’irascibile Bob Rock, anarchico e sfortunato, quel ladro del Conte Oliver e della sua mirabile telefonata al ricettatore: “Ciao Bing, ti serve qualcosa?” La Cariatide, che teoricamente è il capo del gruppo, un essere grassoccio e praticamente inutile; Geremia con i suoi mille acciacchi; Grunf e la palestra dell’ardimento; Cirano è il primo degli animali del gruppo cui si aggiungerà Squitty, una cavietta mascotte della Cariatide e infine Clodoveo, un pappagallo chiacchierone che compare solo al numero cento, quando Magnus non disegnava più Alan Ford. Tra i nemici più belli e poetici il grandissimo Superciuk, quello che rubava ai poveri per dare ai ricchi. I soggetti del fumetto più innovativo e alquanto corrosivo – che fu tra i precursori del filone della “satira di costume”- sono di Max Bunker (Luciano Sechi) che nasce a Milano il 24 Agosto 1939 ed oggi compie 76 anni. Ne aveva soltanto 30 quando lanciò Alan Ford. Ma era già nel giro dei fumetti da giovanissimo e due altri personaggi inventati da Bunker, con i disegni di Magnus, ebbero un discreto successo: Kriminal e, soprattutto Satanik. Ma erano vietati ai minori di 14 anni e il mio edicolante era piuttosto ligio al dovere. Ma avevo amici con fratelli più grandi, io.
Giampaolo Cassitta
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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