Se state leggendo queste frasi davanti al vostro computer, sul tablet, sul telefono cellulare, la colpa (o il merito, fate voi) è di un qualcosa che fu presentato il 23 luglio 1985: l’Amiga 1000, il primo personal computer prodotto dalla “Commodore”. Tutto, in fondo, nasce da un’intuizione. Chiamare il computer “personal” fu come sdoganare qualcosa di complicato e lontano. A quella presentazione, a New York, durante una serata di gala ci fu un padrino d’eccezione: Andy Warhol, il più grande esponente della pop-art statunitense. Dell’Amiga ebbe a dire: “«La cosa che mi piace di più del fare arte sul computer è che sembra il mio lavoro». Andy, in fondo era un visionario, come il grandissimo Steve Jobs, fondatore della Apple: persone in grado di anticipare il futuro e di utilizzarlo prima di tutti gli altri. Non ho mai posseduto un’Amiga1000 e il mio primo computer fu un Olivetti M19, nel 1986. Non era neppure a colori e non aveva neanche il mouse. Sorrido spesso quando penso che questo futuro, questo modo di ragionare ha solo trent’anni. Un attimo. Siamo partiti con la carta carbone, con la fotocopiatrice in carta chimica, con quel rumore intenso che emetteva il collegamento di Videonline per l’ingresso in internet, passando per l’Isdn, adsl, 3g, 4g banda larga. Tutte parole imparate nel corso di un tempo brevissimo. Eppure con amiga 1000 sembravamo aver raggiunto il futuro. Sbagliavamo. Perchè il futuro è sempre in evoluzione, come il mondo e, secondo il buon Sant’Agostino “il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina”. Ecco, Amiga 1000 era solo il primo capitolo di un viaggio comunque meraviglioso.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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