Se vi venisse voglia di comprendere quanto il mondo sia cambiato dal 1970 ad oggi, anche nell’uso della lingua, leggetevi le notizie del 23 giugno di quell’anno riportate sui quotidiani nazionali.
Ce n’è una, pubblicata dal Corriere della Sera, la cui titolazione mi ha fatto sussultare. Salvo poi riflettere sul fatto che quel che oggi sembrerebbe inconcepibile cinquantadue anni fa non lo era.
Si parla delle “Olimpiadi dei subnormali”, andate in scena a Parigi su iniziativa della moglie dell’ambasciatore americano in Francia, per la cronaca la sorella di John Fitzgerald Kennedy. Nel catenaccio, il giornale avverte come sia “dimostrata l’importanza della educazione sportiva per questi giovani diversi dagli altri”.
In tempi di inclusione e di massima attenzione alla comunicazione in tema di disabilità, queste espressioni appaiono terribilmente offensive.
Ma tutto va inquadrato storicamente. Oggi, seguendo su youtube una tribuna elettorale in cui apparivano giovani protagonisti della vita politica del 1961, ho sentito un trentacinquenne Giorgio Napolitano parlare della repressione portoghese contro “i negri dell’Angola”.
In quello stesso 23 giugno del 1970, il tribunale di Madrid condannava lo scrittore José Luis Mendez Ferrin a due anni di prigione per aver scritto un libro nel quale immaginava una rivolta separatista in Galizia. Certo, in Spagna c’era la dittatura franchista, ma anche quella dittatura dimostra quanto il mondo sia cambiato in questo mezzo secolo.
Peraltro in Italia, quel 23 giugno, un cittadino denunciava l’Associazione italiana per l’educazione demografica, nome più che prudente scelto da un gruppo di intellettuali e scienziati per promuovere l’uso della pillola anticoncezionale. Di cosa veniva accusato il segretario dell’associazione, lo scrittore De Marchi?
Di aver fatto propaganda a favore della pillola, appunto.
Argomento spinoso, sul quale in quel 1970 venne chiamata a pronunciarsi nientemeno che la Corte Costituzionale.
Ammettetelo, dal 1970 ad oggi il mondo è cambiato. In meglio.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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