Quando si parla di bufale e disinformazione in rete, si ha spesso difficoltà a dimostrare in termini pratici come questo ci possa danneggiare e possa abbassare la qualità della vita. Molti lo liquidano come problema senza troppa importanza, disattenzioni di poco conto da parte di chi le condivide e scherzi innocenti da parte di chi le scarica sul web. Non è affatto così e ora lo vediamo. Lunedì 23 gennaio, sulla bacheca Facebook di un ex militare, ho trovato un collegamento che rimandava al sito – a me sconosciuto – last-webs.com. La notizia riferiva di sequestri, avvenuti in tutta Italia, di carne bovina infettata dal virus dell’Aids. In pochi minuti, da quella bacheca la notizia era stata già condivisa sei volte. Gente che probabilmente non aveva fatto le dovute verifiche o cercato riscontri, perché la notizia non ha fondamento: è grossolanamente inventata. Entrando nel sito, ho trovato una serie di disgustose pubblicità su miracolosi sistemi per perdere peso – me ne sono ben guardato dal cliccarci dentro – e annunci su presunti concorsi per assumere gente alle Poste italiane, che ben difficilmente potrebbe pagare inserzioni per apparire su un sito del genere. Curiosamente, gli stessi banner che ho trovato su un’altra bufala intercettata ieri nel sito Corriereditalia, quella secondo cui Putin avrebbe stanziato non so quanti milioni di euro per aiutare i terremotati del centro Italia (in quello stesso sito, a questa notizia seguiva un’ultim’ora che annunciava l’approvazione della legge per vietare le scorregge in pubblico). Chi condivide queste bufale, in genere, ce l’ha col governo, con i politici, col sistema, col mondo che affama i poveri a vantaggio dei ricchi eccetera eccetera. Ecco, visto che strepitate per le ingiustizie nel mondo, sappiate che pubblicando la bufala della carne infettata dall’Aids contribuite anche voi a questo mondo ingiusto. Pensate a quanta gente rinuncerà, oggi, ad andare dal macellaio sotto casa, perché voi le avete insinuato questo dubbio condividendo una falsità. Voi state contribuendo, con la vostra superficialità, a mettere in ginocchio quel macellaio, che già fatica ad arrivare a fine mese di suo. È come quando vi lamentate del traffico e voi, stando nel traffico, siete il traffico: voi denunciate il mondo ingiusto e corrotto, ma con la vostra dabbenaggine ne siete parte. Pensateci, prima di cliccare sopra la cazzata.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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