Oggi si festeggia la giornata mondiale del libro. In particolare, per chi scrive, questa ricorrenza del 2018 è molto particolare. E’ molto particolare perché tale è il libro che ho ricevuto in regalo. Ho già spiegato, in un precedente articolo per questa ricorrenza, che “Per uno strano caso del destino, infatti, quello che viene unanimemente considerato, insieme a Dante, il più grande scrittore di tutti i tempi, perlomeno di questa parte di mondo occidentale, William Shakespeare, nasce e muore lo stesso giorno. Si, in pratica è morto il giorno del suo compleanno, nel 1616. Giorno e anno in cui è morto un altro sommo scrittore, pari forse ai citati, Miguel De Cervantes, l’autore del Don Chisciotte. Una bella coincidenza, insomma, alla quale di unisce anche la data di nascita, tra gli altri, di Vladimir Nabokov, l’autore di Lolita, e di morte, tra gli altri scrittori, del peruviano Inca Garcilaso de la Vega. Insomma una data stregata, fatta apposta per farne la giornata mondiale del libro (…) In questa occasione amo sempre dire che nei libri si concentra la parte migliore dell’umanità. Quando uno scrive un libro, infatti, cerca di dare il meglio di sé stesso. Anzi, va pure oltre perché, mentre scrive, si migliora. Ora tutte queste parti migliori di noi che si concentrano in quelle pagine, rendono librerie e biblioteche luoghi dove le dimensioni convenzionali, lo spazio, il tempo, si condensano come buchi neri.” E’ la prima cosa che ho spiegato l’altro giorno nella scuola elementare e media di Cabras. C’erano forse cento, centocinquanta bambini vivacissimi, che hanno fatto faticare le loro maestre e maestri a tenerli a bada. Cinque, forse sei classi della prima media e della quinta elementare, a convegno per discutere di libri, di storia e di Sardegna con questo modesto scrittore scrivente. Mi piacciono molto i bambini. Anche quando li vedo in truppa scatenati, e pensi che, forse, non riuscirai a suscitare il loro interesse con argomenti che, il più delle volte, non interessano neppure gli adulti. Alla fine sono stato tempestato di domande. Domande pertinenti, interessate, curiose, come quella di Rosario, bambino nato in Italia ma originario di Shangai, che ha chiesto informazioni sulla lingua sarda. Come si scrive un libro, come ci si documenta, quando nasce l’idea di scrivere libri, se l’ispirazione a diventare scrittori nasce da piccoli o da grandi, e tante, tantissime domande sulla storia sarda. Una storia che oggi sembra correre sopra le teste di questi bambini, tutti presi dai loro dispositivi “multitasking” e dalla televisione, al punto che ci si domanda se si rendono conto di esistere, di essere essi stessi storia, e di fare parte di quel mondo che gira tanto velocemente. La mattina dopo ho viaggiato verso casa, godendomi la luce della mattina. Non è mai appagante la gioia che si prova per una primavera che torna a splendere dopo alcuni anni di triste siccità. A casa ho aperto il plico che i bambini della 5D di Cabras mi avevano dato come omaggio, insieme all’immancabile vernaccia, graditissima (è uno dei miei vini preferiti). Ho aperto così il plico, confezionato con gusto e cura, con dedica alla mia persona firmata da tutti i bambini, e vi ho trovato all’interno un vero e proprio libro illustrato sulla storia sarda, ancorché non rilegato, ma arricchito da preziose e colorate illustrazioni, con alcuni inserti “speciali” (questi si rilegati con fantasia artistica e cura) riguardanti ricerche su alcuni esseri mitologici. I bambini della 5D mi avevano già sorpreso per i cartelloni informativi preparati per l’occasione, ma non immaginavo tanta cura e impegno, oserei dire persino affetto, nel preparare un numero unico così prezioso e, soprattutto, in tiratura limitata. Anzi unica. Io me li sono immaginati, tutti questi bambini, disegnando, scrivendo, e discutendo tra loro sulle cose da fare, da disegnare, da raccontare, da ritagliare e confezionare, sulla storia sarda, sui personaggi del nostro passato, come Eleonora d’Arborea, i monumenti, disegnati con grande perizia, le leggende e i miti. Insieme alla loro maestra, Sabina Nurra, così impegnata a guidare questi piccoli esseri verso quel futuro che si spera possa essere sempre migliore. Quando mi è capitato di ritrovarmi con vecchi compagni delle elementari, abbiamo sempre concordato sull’importanza e la fortuna di avere avuto, per la nostra formazione e per gli esseri umani che siamo diventati, una maestra che ci ha trasmesso strumenti e valori. Tutti questi pensieri mi sono venuti in mente, tutti insieme, sfogliando le cartelle con le ricerche, i pensieri, le illustrazioni della 5D di Cabras. Proprio alla vigilia del 23 aprile, Giornata Mondiale del Libro stabilita dall’Unesco. La stessa associazione mondiale, l’Unesco, che decreta i vari patrimoni mondiali dell’umanità sparsi per il mondo. I bambini della 5D di Cabras sanno di cosa sto parlando.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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