Per uno strano caso del destino, infatti, quello che viene unanimemente considerato, insieme a Dante, il più grande scrittore di tutti i tempi, perlomeno di questa parte di mondo occidentale, William Shakespeare, nasce e muore lo stesso giorno. Si in pratica è morto il giorno del suo compleanno, nel 1616. Giorno e anno in cui è morto un altro sommo scrittore, pari forse ai citati, Miguel De Cervantes, l’autore del Don Chisciotte. Una bella coincidenza, insomma, alla quale di unisce anche la data di nascita, tra gli altri, di Vladimir Nabokov, l’autore di Lolita, e di morte, tra gli altri scrittori, del peruviano Inca Garcilaso de la Vega. Insomma una data stregata, fatta apposta per farne la giornata mondiale del libro, oltreché del diritto d’autore, cosa non banale, in tempi dove la proprietà intellettuale viene carpita con una spudoratezza disarmante. In questa occasione amo sempre dire che nei libri si concentra la parte migliore dell’umanità. Quando uno scrive un libro, infatti, cerca di dare il meglio di sé stesso. Anzi, va pure oltre perché, mentre scrive, si migliora. Ora tutte queste parti migliori di noi che si concentrano in quelle pagine, rendono librerie e biblioteche luoghi dove le dimensioni convenzionali, lo spazio, il tempo, si condensano come buchi neri. Non ci resta che amplificare le nostre vite leggendo il più possibile, concependo il libro come un esaltatore di storie, un moltiplicatore di vite. Nell’occasione, per la giornata del libro viene eletta capitale mondiale una città del pianeta. Quest’anno, per la seconda volta nella storia, spetta ad una città africana essere capitale mondiale del libro, Conakri, città di un milione e mezzo di abitanti affacciata sull’Oceano atlantico, capitale delle Guinea, un tempo luogo di smistamento degli schiavi africani, con vista sulle isolette Iles de Los, che pare ispirarono Robert Louis Stevenson per la scrittura de L’Isola del Tesoro. Un tempo luogo di smistamento del peggiore tra i crimini dell’umanità, oggi dei libri, che dell’umanità sono una delle cose più belle.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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