Due italiani, uno di Cuneo e un’altro di Foggia – e quindi Nord e Sud entrambi ben rappresentati – furono giustiziati alla sedia elettrica il 23 agosto 1927 a Charlestown, negli Stati Uniti d’America. Accusati di un omicidio che non avevano commesso, furono poi completamente riabilitati solo dopo cinquant’anni esatti dalla loro morte quando Michael Dukakis, governatore dello Stato del Massachusetts, riconobbe ufficialmente gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria di Sacco e Vanzetti. Due cose mi ricordo molto bene: il volto scavato e intenso di un immenso Gian Maria Volontè che interpretava Bartolomeo Vanzetti nel bellissimo film di Giuliano Montaldo (del 1971) e la struggente ballata cantata da Joan Baez, musicata da Ennio Morricone. E un’altra cosa mi ricordo, il disprezzo degli statunitensi per chi non era di nazionalità americana. (Wops li chiamavano, acronimo di With Out Papers, ovvero gente senza documenti in regola e cittadinanza americana). “Bastardi anarchici” li appellò il giudice Thayer che li condannò. Fu un processo alle idee e alle paure di un popolo che era terrorizzato, in quegli anni, dell’avvento dei comunisti. Era il totale disinteresse di chi era emigrato, di chi, con mille sofferenze, aveva varcato l’oceano per provare a sopravvivere in un mondo migliore. Ed invece i due migranti trovarono solo profonde ingiustizie e, addirittura, la morte. Per fortuna queste cose accadevano nel 1927. Per fortuna oggi tutto è cambiato. Il mondo è accogliente con i nuovi migranti. La lezione, il mondo, l’ha imparata. O no?
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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