(ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)
Il personaggio del giorno (nella giornata dedicata alle donne) è Paolo Gentiloni. Sarà per quello sguardo “petaloso”, quel suo modo placido da orsachiotto, quel suo cognome messo come una ciliegina sulla torta però il Presidente del Consiglio è rassicurante. Certo, Di Maio ritiene che per l’Italia Gentiloni sia come una camomilla data ad un malato terminale però l’uomo è affabile, sornione, silenzioso e paciosamente democristiano. Mi è piaciuto il giornalista Damilano che nella trasmissione televisiva “Gazebo” ha detto: “Nell’intervista di Gentiloni rilasciata a Pippo Baudo c’era qualcosa che stonava. Era il colore. A vederla in bianco e nero poteva benissimo ricordare una vecchia trasmissione anni ottanta con Andreotti Presidente del Consiglio. Certo, Gentiloni incarna moltissimo il motto andreottiano che è meglio tirare a campare che tirare le cuoia ed è ormai certo che con questo presidente dovremmo andare a votare alla scadenza naturale del mandato elettorale quasi come fossimo un paese normale. Gentiloni però in quel suo “non dire” o dire poco, in quel sorriso appena accennato, in quelle piccole promesse e proclamini che ricordano una sinistra molto rosa (nel senso di sbiadito) e molto rosea, ci restituisce un attimo di respiro e motivi per riflettere. Tra le urla smodate di Salvini e di Grillo, tra le slides e le promesse tutte mancate di Matteo Renzi forse Gentiloni ce lo meritavamo: vorremmo essere un paese normale e Paolo Gentiloni (che qualcuno chiama Paolo il tiepido) restituisce banalmente l’idea di una giornata tranquilla dove al semaforo giallo si rallenta e ci si ferma con il rosso, si saluta il vicino di casa, si prova a dire qualcosa che magari non è proprio di sinistra ma è perlomeno normale. Di questi tempi un personaggio come Paolo il tiepido ce lo meritiamo senz’altro. In mancanza d’altro.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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