Il 22 luglio del 1989, Angela Montagna in Casella appare su tutti i telegiornali mentre mostra all’occhio della telecamera una torta. Sulla torta sono conficcate venti candeline e scritti gli auguri per il compleanno di Cesare, suo figlio. Legge anche una lettera per Cesare, lettera pubblicata sul quotidiano Gazzetta del sud.
Cesare è stato rapito nel gennaio del 1988, portato via dai banditi nei pressi della sua casa di Pavia. E quel 22 luglio 1989 compie i suoi vent’anni in una grotta dell’Aspromonte. Lo libereranno nel gennaio seguente, dopo due anni di prigionia.
Se la piaga dei sequestri è stata debellata, in parte lo dobbiamo anche all’eroismo di Angela, mancata nel 2011.
Quando capisce che sul rapimento del figlio sta calando il sonno della rassegnazione e del disinteresse mediatico, nel maggio del 1989 parte alla volta della Locride con pochi stracci e una tenda. Ha con sé dei cartelli che appende al collo e con i quali va di paese in paese a mendicare solidarietà e qualche aiuto, cercando di frantumare la barriera omertosa.
Dorme in tenda per sentirsi idealmente vicina al figlio, per condividerne il disagio che presume Cesare debba sopportare. Dopo una lunga trattativa, un riscatto pagato inutilmente e l’indecente gioco al rilancio dei rapitori, Cesare Casella tornerà libero nelle prime settimane del 1990 e da quel momento lo Stato imporrà la linea dura del blocco dei beni, tanto avversata ma indispensabile per sottrarsi al ricatto delle belve dell’Anonima.
Noi che abbiamo una certa età ricordiamo l’incontenibile gioia di quel ragazzo dal sorriso radioso, ubriaco di vita dopo due anni passati in catena, costretto all’immobilità..
Lo ricordiamo accanto all’ancora apolitico Berlusconi, per seguire dalla tribuna d’onore un Milan-Napoli e la sua esultanza ai tre gol rossoneri.
Quel 22 luglio 1989 evapora in maniera grottesca il caso di un presunto sequestro segnalato a Porto Cervo. Da due settimane non si hanno più notizie della 22 enne milanese Patrizia Moroni, ospite della sorella al residence Alba Ruja di Liscia di Vacca.
Non arriva, però, alcuna rivendicazione, né giungono richieste di riscatto. E in questo vuoto d’informazione, galoppa libera nelle praterie del possibile la fantasia dei cronisti.
Si diffonde la voce che Patrizia sia stata rapita dalla corte di un arabo giunto a Porto Cervo sul suo yacht, entrando così a far parte dell’harem di bordo.
Le forze dell’ordine cercano anche di perquisire alcuni panfili, ma non dispongono dei mandati della magistratura e vengono respinte, il che sembra accreditare i sospetti.
Patrizia viene invece localizzata a Porto Rotondo, in discoteca, all’alba del 22 luglio. Spiega di aver rotto con la famiglia e di essersi circondata di nuovi amici, con i quali ha condiviso due allegre settimane di vacanza mentre genitori e fratelli vivevano nell’angoscia di un possibile dramma.
Di Patrizia Moroni in rete non trovate più traccia.
Se invece cercate Cesare Casella, lo troverete classificato non per la sua professione di immobiliarista ma in quanto “vittima di sequestro di persona”.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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