Dieci minuti bastarono a fare 5000 morti. Il 22 aprile 1915, per la prima volta nella storia, il mondo sperimentò il potere distruttivo delle armi chimiche usate su un fronte bellico. A servirsene furono gli ufficiali tedeschi nel corso della seconda battaglia di Ypres, in Belgio, rovesciando sulle linee nemiche francesi 168 tonnellate di un gas al cloro, il Tioetere di Cloroetano, che proprio dal luogo del combattimento prenderà poi il nome di Iprite. Il gas venne liberato da 5730 bombole su un fronte di 6 km e, spinto dal vento favorevole, tolse il respiro ai soldati del fronte nemico che stavano dalla parte opposta della trincea, provocando un massacro. Lo chiamarono Gas mostarda, per il suo colore. Gli stessi tedeschi non immaginavano la devastazione che l’uso del gas avrebbe provocato e non seppero approfittare della situazione favorevole, lasciando che il fronte nemico si ricostituisse dopo il duro colpo infertogli: i soldati alleati superstiti, infatti, riuscirono a recuperare le posizioni avanzando con fazzoletti imbevuti di urina premuti sul naso, poiché l’ammoniaca che vi era contenuta aveva il potere di neutralizzare il cloro. L’Iprite venne usato dai militari fascisti durante la Guerra in Etiopia: circa 150 mila ribelli subirono questo trattamento, nella maggior parte dei casi con esito mortale.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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