Se non avete mai sentito il suo nome, sappiate che Romeo Frezzi può essere considerato una vittima dei metodi brutali dello Stato almeno quanto Giuseppe Pinelli o Stefano Cucchi. Romeo Frezzi, nativo di Jesi ma residente a Roma, cadde sotto i colpi di un violento pestaggio in carcere il 27 aprile del 1897, non ancora trentenne. Era colpevole di avere conservato, tra le carte della sua casa, anche una foto dell’anarchico Pietro Acciarito. Cinque giorni prima, il 22 aprile, costui aveva cercato di assassinare all’ippodromo sull’Appia il re Umberto I. Acciarito, un radicale un po’ esaltato, era stato fermato ed arrestato prima che potesse piantare nel corpo del sovrano il pugnale che si era portato appresso. Durante gli interrogatori, emersero i suoi contatti con Frezzi, un innocuo artigiano che nulla aveva a che vedere col tentato omicidio del re. Il piano per ammazzare Umberto I era stato concepito da Acciarito in solitudine. La polizia, però, sospettò un complotto anarchico che doveva necessariamente reggersi sulla cooperazione tra più persone. Ci finì di mezzo il povero Frezzi, assolutamente estraneo ai fatti. La perquisizione domiciliare permise agli agenti di trovare una foto di Acciarito, il che determinò l’interrogatorio e l’arresto dell’artigiano. Il quale, tre giorni dopo, uscì dalla sua cella senza vita. La polizia imputò il decesso ad un malore, ma ben presto l’inchiesta giornalistica condotta da L’Avanti! fece emergere una serie di incongruenze e la verità. I funerali di Frezzi si trasformarono così in una manifestazione di piazza dallo stampo marcatamente antimonarchico. Nessuno dei responsabili della morte di Romeo Frezzi venne condannato.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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