*Bancario
Gran discussione sul dovere di trasparenza: pubblicazione o meno della lista dei debitori insolventi delle banche fallite o quasi a causa di una gestione criminosa?
Impossibile un elenco esaustivo, tuttavia il risentimento è comune: “avete rubato e ora paga il contribuente”. Quindi, in nome della trasparenza, il mondo dovrebbe sapere chi ha preso i finanziamenti e non li rende, chi ha affossato le banche con l’accumulo delle partite “a sofferenza”, ossia senza prospettive di sistemazione.
Sulla carta non ci sarebbe da obbiettare, in nome della necessità di attribuire responsabilità e sanzioni a chi le merita. Ma la pubblicazione nuda e cruda dell’elenco degli insolventi è letteralmente una cortina di fumo che serve allo scopo contrario, quello di occultare sotto una generica condanna di stampo etico le cause delle disfunzioni di un sistema e l’individuazione delle responsabilità, così rendendo tutti uguali. Il disegno è chiarissimo: tutti ladri / nessun ladro.
Due esempi. Una pompa di benzina subisce il danno derivante da una frana che occlude la strada. Cessa il lavoro, la società petrolifera leva il mandato e arriva l’impossibilità di fronteggiare gli impegni: insolvente. Un furbacchione con gli amici “giusti” svuota una società ma non vuole rimetterci di tasca. D’accordo con gli amici che amministrano la banca, vende quella società a una controparte fasulla, che non ha da difendere alcuna reputazione. La banca connivente finanzia l’acquisto ed appiana la posizione del venditore. L’acquirente “strumentale”, una volta al riparo dalla revocatoria fallimentare per il venditore ed i suoi complici bancari, incasserà il compenso per il disturbo che si è preso, dichiarerà la propria impossibilità di pagare e la banca formalizzerà l’insolvenza in capo a quest’ultimo, causando dolosamente un danno al proprio bilancio. Vittime: la fede pubblica, la clientela della banca ed i propri azionisti.
Come è intuibile, la responsabilità in questi due casi (due storie vere) è di grado diverso. La prima è una storia di sfortuna incolpevole, la seconda una truffa ben architettata con molti soggetti che concorrono ad un unico crimine.
Quindi , risolvere tutto pubblicando il nome degli insolventi senza distinzioni è solo becchime per polli, e rimane ben nascosto il nodo delle responsabilità e delle colpe. Inutile leggere una lista fatta di nomi e cifre senza conoscere cause, modi, responsabilità interne e pressioni politiche. E così il gioco può continuare: chi c’è sotto una qualsiasi “Tahiti srl”?
Bisogna lavorarci con serietà e competenza. Fare ammuina, gridare al tutti ladri, fa il gioco di chi vuole rimanere nell’ombra senza pagare.
E’ faticoso infatti, ma doveroso, elaborare un’ analisi che non ignori le basi condivise della convivenza civile: 1) le banche non rappresentano il Male: sono istituzioni che servono, tra l’altro, a comprare la casa e a progettare un futuro di lavoro e espansione economica; 2) come tutte le istituzioni sono rette da uomini che possono delinquere; 3) i dirigenti bancari hanno la gravosa responsabilità di tutelare la pubblica fiducia, senza la quale il sistema salta come nel caso della crisi del 2008; 4) finora, l’impianto normativo – in Italia – ha impedito una difesa dei risparmiatori efficiente e tempestiva, ma non risulta che le proposte di disboscare la jungla abbiano avuto alcun successo parlamentare.
Se la base dei rapporti d’affari è la fiducia, come può amministrare una banca chi ne è contemporaneamente debitore? Ovviamente preferirà curare le proprie pendenze che non rappresentare gli interessi degli azionisti e della clientela. Gli esempi perversi non si contano.
E qui dovrà entrare in gioco la nostra dignità di cittadini: possiamo accertarci, semmai con il concorso delle associazioni a difesa dei consumatori, che gli istituti di credito non siano infiltrati da elementi meno che specchiati o addirittura pregiudicati (è successo), segnatamente con riguardo alle posizioni di amministratori o sindaci in conflitto di interessi, e trarre le giuste conclusioni su chi preferisce essere amministrato da una figura opaca e non si cura di trattenere tra i suoi clienti chi reclama trasparenza, onestà e competenza. Se continueremo ad essere sudditi aspettiamoci altri prelievi dalle nostre tasche, con il permesso di abbaiare alla luna per tutto risarcimento.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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