“Mi faccio il bunker” è una delle nuove rubriche personalizzate di Sardegnablogger. La curo io. L’idea, forse non immediatamente suggerita dal titolo, è raccontare la follia che il web offre continuamente. Parlo della follia banale, intendiamoci, non quella dell’assassino improvvisato che ammazza la famiglia o quella dell’ennesimo ospedale di Aleppo bombardato. No, no, niente di così impegnativo. Io intendo soffermarmi sulla follia che spunta all’improvviso dietro l’angolo, sulla bocca del vicino, nella bacheca del collega di lavoro, nelle esternazioni di centinaia di persone normali. La follia di chi aggredisce, minaccia, augura la morte, insulta o diffonde panzane con la stessa facilità con cui posta la foto di un gatto. Non so se avete visto “Io sono leggenda”. È un film bello e agghiacciante sulla vita dell’unico newyorkese sopravvissuto a una pandemia che ha quasi azzerato l’umanità. Il protagonista (Will Smith), di giorno gironzola per una New York deserta, rifornendosi di cibo e carburante, dvd e libri, senza parlare mai con nessuno. Di notte invece deve chiudersi a casa perché altri sopravvissuti, che il virus ha trasformato in zombie carnivori intolleranti alla luce, vanno a caccia di cibo possibilmente fresco. Ecco, a volte mi capita di pensare che la follia che impiastra la rete (ed evidentemente non solo quella) sia contagiosa e destinata a prevalere. Forse esagero ma a volte mi sembra che, come la temperatura del pianeta, quel genere di follia sia in costante aumento e che non serva a nulla mettere in guardia dalle bufale, invocare i diritti fondamentali delle persone o provare a cogliere il mondo nella sua complessità. Perché la follia dilaga e prima o poi verremo mangiati tutti. Per quello, voi fate quello che volete, ma io mi faccio il bunker.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un…. (di Giampaolo Cassitta)
Cutolo e l’Asinara (di Giampaolo Cassitta)
Mi ami? Fammi un riassunto. (di Giampaolo Cassitta)
Cari radical-chic guardate Sanremo e non fate finta di leggere Joyce. (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo, Italia.
La mia ora di libertà (di Giampaolo Cassitta)
A vent’anni si è stupidi davvero. A 80 no. (di giampaolo Cassitta)
La musica ai tempi del corona virus: innocenti evasioni per l’anno che verrà. (di Giampaolo Cassitta)
Capri d’agosto (di Roberta Pietrasanta)
Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
377 paesi vivibili (di Roberto Virdis)
Per i capelli che portiam (di Mimmia Fresu)
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