Unguento unguento, mandame a la noce de Benivento, supra agua et supra vento et supra at omne maltempo.
Così recitavano le streghe nella notte di San Giovanni, dopo aver cosparso di olio il proprio corpo. Cavalcavano il manico della saggina e, in volo, raggiungevano le colleghe. Altre, come Matteuccia Di Francesco, la Strega di Ripabianca, si trasformavano in gatto e, a cavalcioni di un capro, volavano verso il famoso albero di noce a Benevento È qui che le streghe, provenienti da tutta Europa, si radunavano in un Sabba.
Riti e malefici, filtri d’amore o per rendere impotenti i fedifraghi, grasso ottenuto da cadaveri pagani o dai neonati, neonati con cui le streghe dissetavano la loro smania di sangue. Pratiche magiche che a leggerle ci porta a sorridere, ma che dal 1300 al 1700 (l’ultima condanna per stregoneria è del 1782, quando la Svizzera Calvinista uccide Anna Goldi, impiccandola), hanno portato sulla pira migliaia di persone, prevalentemente donne, dopo aver estorto loro la confessione grazie a fantasiose torture. Turcas, schiaccia-seni, marchingegni per disarticolare braccia e gambe, sedie chiodate e altri strumenti per altrettanti atti di un sadismo non troppo cristiano, fino a che le incantatrici, stremate, non ammettevano ogni imputazione.
E la tortura rendeva più credibile qualsiasi ammissione.
L’autorità ecclesiastica emetteva la sentenza: stregoneria! Come dire: Eresia!
«Non mai pietà; sterminate (gli eretici) chi si sottomette, e sterminate chi resiste; perseguitate a oltranza, uccidete, ardete, tutto vada a fuoco e a sangue, purché sia vendicato il Signore: molto più che nemici suoi, sono nemici vostri.» scriveva Pio V a Filippo II d’Asburgo Re di Spagna
Il Canon Episcopi, vigente nell’epoca in cui Matteuccia è condannata, definiva così la stregoneria: “culto verso il demonio”. Eppure su quegli stessi scritti si leggeva che nessun essere umano, seppure mutato in animale, potesse volare. Riti, magie, pozioni, voli sono solo frutto di superstizione pagana, ma non il diavolo. Il demonio esiste! Lui sì. Non in forma immateriale e non come illusione o artefizio, lui durante il Sabba arriva ad avere rapporti carnali con le streghe.
Su questa follia si reggevano le condanne, era l’autorità civile, attraverso il Tribunale dei Malefici, ad applicarle. Che la caccia alle streghe abbia inizio.
Anche solo nascere di chioma fulva poteva instillare il sospetto, come accadde a Orsalina, detta appunto “La Rossa” e arsa nel 1539.
Matteuccia preparava le sue pozioni, quelle con cui in tanti dicevano di guarire o che usavano per salvare un rapporto di coppia. In tanti andavano da quella fattucchiera e forse erano gli stessi che testimoniarono contro di lei durante il processo.
Matteuccia era una strega, ma chissà perché, come tutte le streghe torturate e poi arse vive, ha perso ogni potere che potesse salvarla e permetterle di fuggire fino a la noce de Benivento, supra agua et supra vento et supra at omne maltempo.
Sparo pixel alla rinfusa, del resto sono nata sotto un palindromo (17-1-71), non potevo che essere tutto e il contrario di tutto. Su una cosa però non mi contraddico «Quando mangio, bevo acqua. Quando bevo, bevo vino» (cit. un alpino)
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