Nella villa della ricca marchesa Eleonora de Semily la conversazione della serata è incentrata sulla figura di un criminale che terrorizza la città. Non è un malvivente come gli altri. Si dice che parli dieci lingue, che sia affascinante, inafferrabile e spietato. Il suo scopo è rubare, ma per farlo non esita ad uccidere. E di lì a poche ore non risparmierà nemmeno l’anziana marchesa.
Inizia così la prima avventura di Diabolik, uscita nelle edicole il 1 Novembre 1962 con il titolo “Il re del terrore”. Cattivo. Così lo vollero creare le sorelle Angela e Luciana Giussani.Cattivo, tanto che non sarebbe risultato credibile e accettabile che quel personaggio fosse stato partorito dalla mente di due belle ed eleganti signorine milanesi. E infatti fu suggerito loro di firmarsi con le iniziali dei nomi. Ispirato un po’ ad Arsenio Lupin, un po’ a Fantomas, Diabolik acquista subito una strada e un’identità sue. Personaggio di pura fantasia: dissero di non essersi ispirate a nessun particolare fatto di cronaca, le sorelle. Per il nome del loro fortunato anti eroe avevano pensato, in un primo momento, a “Diabolicus”. Poi venne in mente quella “K”,forte, dispregiativa. Una “K” che ritornerà nel nome della bellissima donna che dal terzo numero si legherà a Diabolik, Eva Kant. Cattivi, ladri e inseparabili, per sempre. Le Giussani non intralceranno mai la storia dei due inserendo altre amanti. La”K”, Angela la inserirà anche nel nome del (poi ex) marito, l’editore Gino Sansoni, per creare il personaggio dell’ispettore Ginko, eterno perdente, anche se fisicamente così somigliante al suo nemico…
Poteva non creare scandali, nell’Italia degli appena iniziati anni ’60,un fumetto con queste caratteristiche? Ovviamente, no. Un giudice arrivò infatti a ordinare il sequestro di un numero. La causa? Non la personalità controversa del personaggio, bensì la copertina che ospitava il disegno di una donna in bikini e il particolare di una vignetta che ritraeva Eva e il suo Diabolik, non sposati, in una camera da letto…
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