Non c’è nessuna ricorrenza. E’ solo un fatto di umore. E la macchina del tempo mi porta al 1975, alla prima giunta di sinistra di Sassari. E adesso voi ridete e mi rovesciate addosso che cosa sono la destra e la sinistra, che non esistono più, che fascismo e antifascismo è roba del medioevo e via così feisbucando. Però siccome sono vecchio come il cucco oggi ci ho un po’ di malinconia per quella che a prima vista sembra una pagnottata sul naso della sinistra nazionale. E, Renzi o non Renzi, che questo Pd sia o meno un usurpatore della categoria politica comunemente detta “sinistra”, a me quando la sinistra perde prima mi girano i coglioni poi si fermano e io mi metto ufficialmente di malumore. E quindi penso nostalgico a quel 1975 con il primo sindaco socialista, Fausto Fadda, e gli assessori comunisti dentro la giunta. Folks, io adesso a questi campioni dell’italianità che pretendono severi dai negri l’esame di lingua ariana ospitante e poi i giornalisti glielo fanno a loro, l’esame, e scopri che questi difensori del popolo di razza bianca non sanno neppure che” razza” si scrive con due zeta come “cazzone”, ecco, io a questi così gli devo spiegare nel mio italiano approssimativo che il 1975 era più vicino di adesso a due altre date: il 1945 e il 1948. E se i numerosi e maggioritari simpatizzanti di questi qui lasciano per un attimo il profilo “Ruspe e scie chimiche contro i vaccini obbligatori” e si spostano un momentino su Wikipedia, ma proprio se possono per un attimo trascurare i loro impegni nella giuria del concorso Miss Maglietta Bagnata Estate 2017, apprenderanno che sono date importanti che riguardano la caduta del Fascismo una e la Dc vittoriosa e al potere l’altra (per “Fascismo” e “Dc” guardate sempre su Wikipedia le voci apposite, così poi mi seguite meglio). Vabbò, dai, la sto facendo troppo lunga e la sto allungando con spirito di patata. Volevo soltanto dire che con quelle due date ancora vicine nella memoria popolare (non dico collettiva perché sto facendo un pezzo di sinistra), quella prima vittoria del ’75 dei comunisti e dei socialisti con i democristiani all’opposizione per gente come me, che dovevamo essere tanti, accidenti, se avevamo vinto le elezioni, era roba importante. E’ un po’ difficile da spiegare, ma il concetto è che nel 1975 sia nella sede del Pci di via Mazzini sia in quella del Psi di via Bellieni in facciata figuravano una falce e un martello. Il Psi non era certo il Pci, ma Nenni era ancora vivo e Pertini di lì a poco sarebbe diventato il capo dello Stato italiano. E nessuno dei due partiti usurpava quel simbolo al quale adesso i popoli del social che ignorano il sociale attribuiscono tutto ciò che dicono da Salvini a Grillo passando per Berlusconi, ma allora falce e martello per noi erano una libertà ancora in pericolo e da consolidare, erano progresso e tolleranza, erano difesa dei più deboli non più soltanto sul piano delle differenze di classe, ma anche di quelle sessuali, religiose e ideali. Se un omosessuale negli anni Settanta voleva esistere senza nascondersi, bene o male poteva farlo soltanto dove cadeva magari confusa e da lontano l’ombra di una falce e di un martello. E non date retta a chi dice che il Pci era una chiesa peggiore della Chiesa. C’era anche una componente dogmatica, certo, ma in quegli anni Settanta proprio dal Pci e dall’area socialista si sono sviluppate le battaglie che hanno portato l’Italia nel novero della civiltà occidentale. Comunque in quel 1975 avvenne il miracolo di un grande blocco laico e di sinistra che per la prima volta costrinse la Democrazia Cristiana all’opposizione. C’erano piani regolatori, c’erano interessi di ogni tipo, c’era potere e c’era potere da spartire con compromessi e altre balle. Non era certo la Politeìa di Platone, non era un magnifico modello di utopia politica, ma comunque le idee comandavano ancora e quasi sempre si traducevano in atti di buona amministrazione. Dopo quella vittoria io – da giornalista di un giornale di Rovelli, petroliere privato con i soldi pubblici erogati in un colossale traffico dove semafori e cartelli stradali erano spesso targati Dc – dovevo esprimere la mia gioia con una certa cautela. E quindi non ho mai potuto manifestare la mia convinzione sulle origini di quel blocco laico nel quale la borghesia sassarese ritrovò le sue tradizioni progressiste facendo vincere l’alleanza Pci-Psi. Io penso cioè che tutto fosse nato due anni prima, nel 1973, quando l’arresto di Dario Fo al cinema Rex aveva provocato nella stessa sera l’adunata di migliaia di persone accorse a manifestare sotto il carcere di San Sebastiano il loro sdegno contro una certa polizia e la loro solidarietà all’artista detenuto. Non c’erano solo comunisti e socialisti o giovani extraparlamentari, ma tanti democristiani, vecchi liberali, gente di cultura azionista, repubblicani e tanti altri sassaresi che si riunivano in difesa della libertà di espressione. Quell’atto era sintomo di qualcosa che culturalmente e socialmente a Sassari era già nell’aria, ma in quella notte del 1973 venne resa evidente e consolidata in un’azione politica durata sino a quelle straordinarie elezioni amministrative del 1975. E il “continuo”, come si diceva ai tempi dei giornalini di Tex da 20 lire dove c’era solo un pezzettino di storia? Cioè, vuoi sapere cosa succede nelle più recenti puntate? Lasciamolo stare, il continuo. Meglio evitare
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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