Più che l’anniversario di nascita, la data più caratterizzante della vita di Auguste Lumière è quella del 28 Dicembre 1895.
In quel giorno i parigini presenti al Grand Café sul boulevard des Capucines assistevano ad un evento storico:l’invenzione di Auguste e del fratello Louis, il cinematografo- presentata nel mese di marzo ad una platea di industriali, imprenditori e giornalisti- veniva utilizzata per l’allestimento di uno spettacolo a pagamento. Il cinema, quella macchina delle meraviglie che già aveva mostrato la riproduzione delle immagini in movimento, era quindi sfruttata a scopo di intrattenimento e profitto. Bastò assai poco per sortire nel pubblico l’effetto meraviglia: con un’unica inquadratura fissa, questa prima proiezione mostrava l’uscita di alcune donne dalla fabbrica Lumière di Lione. Se non poteva definirsi cinema di racconto, nemmeno si trattava di interesse documentaristico: le donne,ben vestite,parevano muoversi ordinatamente, per uscire lateralmente dall’inquadratura.
Che uno strumento come il cinematografo non potesse essere utilizzato per una semplice riproduzione della realtà lo capì Auguste, in concerto con il fratello: un’altra pellicola presentata in quella stessa serata, L’innaffiatore annaffiato, svelava la volontà di raccontare e divertire, seppure in maniera ancora embrionale. Una delle proiezioni più celebri è senza dubbio L’arrivo del treno alla stazione La Ciotat, (1896), divenuta famosa per l’aneddoto secondo il quale gli spettatori fuggirono atterriti dalla sala temendo l’investimento da parte del treno, fatterello parodiato in una scena del film Super Fantozzi di Neri Parenti. Le potenzialità del cinema in materia di racconto sarebbe stata sviluppata da un altro francese, il prestigiatore Georges Méliès, definibile come il primo “autore” della storia del cinema.
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