Certo, partire con la frase “Ve lo meritate Alberto Sordi” (Ecce bombo, il suo primo vero lungometraggio in 16 mm.) non aiuta. Ma Nanni Moretti è questo: prendere o lasciare. E’ lo stesso che in una serata, a Piazza Navona dirà, rivolto alla classe dirigente dell’allora DS: “Con questi qui non vinceremo mai”. (e aveva terribilmente ragione) Io adoro Nanni fin dalle sue origini e gli perdono tutto (anche la battuta su Albertone nazionale) e film come “La messa è finita” o “Bianca” e, soprattutto “Palumbella rossa” , sono i “miei” film e Michele Apicella fa parte del mio cerchio ristretto di amici. Ci sono passaggi bellissimi che ancora oggi mi commuovono, mi fanno sorridere oppure mi fanno “arrabbiare”: l’amore spasmodico per le scarpe (in Bianca, con la bellissima Laura Morante) l’invettiva contro la giornalista “Ma come parla? Le parole sono importanti” e “Noi siamo uguali ma siamo diversi dagli altri partiti” (Palumbella rossa). Insomma, io e Nanni siamo ormai vecchi amici e nel tempo ho imparato ad amare anche le sue lunghe pause, le cose non dette e qualche film probabilmente non riuscito (mi riferisco, soprattutto, all’ultimo: “Mia madre”). Ci sono pezzi di altissima scuola nel “Portaborse” di Daniele Lucchetti (forse la sua migliore interpretazione) e il pezzo finale del suo Caimano ha dei passaggi così reali da sembrare assurdo. Il suo film più intimo e più doloroso “la stanza del figlio” è l’unico che ho visto solo due volte. Ci sono dei momenti terribili e la scena in cui esprime tutto il suo dolore da solo in una giostra silenziosa, è qualcosa di mirabile ed immenso. Però lo so, sono di parte. Io e Nanni siamo molto amici. Perché ne parlo? Perché oggi è il suo compleanno: nasceva a Roma il 19 agosto 1953 ed è dunque, parafrasando ancora un suo personaggio, uno splendido sessantaduenne. Poi, a dire il vero, oggi è anche il mio compleanno. Ma questo è un altra storia e, sicuramente un altro film. Buon compleanno Nanni! Ah, dimenticavo. La frase più morettiana? “Mi si nota di più se vengo o se non vengo affatto?”
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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